Il coinvolgimento di Berlusconi nell’ indagine sui voli di Stato

 Intervistato da Repubblica, Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e legale di Silvio Berlusconi, non ha dubbi. L’ iscrizione nel registro degli indagati del premier per la vicenda dei voli di Stato non avrà ripercussioni sul Cavaliere. Che, a sua volta, si mostra tranquillo: “Sono soddisfatto nel vedere che ancora una volta emerge la meschinità dei nostri avversari” taglia corto il premier – questa cosa non significa niente e sarà presto archiviata”.

Ma l’ opposizione non pare intenzionata a fermarsi: “L’abuso dei voli di Stato è contro la moralità politica – dice il segretario del Pd, Dario Franceschini – La politica deve rispettare i contribuenti e non deve sprecare soldi e quei voli dovrebbero essere usati solo se non ci sono voli di linea e senza fare salire amici e conoscenti”. Di tutt’ altro avviso il ministro della Giustizia Angelino Alfano: “È una questione di secondo ordine che arriverà presto a buon esito”.

Berlusconi, nel frattempo, continua con gli attacchi alla sinistra (sgangherata) e ai media (“non leggo i giornali perché conosco la mia vita privata, non ho bisogno di essere informato o disinformato dai giornali”). Con un’ aggiunta: “La campagna di stampa internazionale è orchestrata da un gruppo italiano”. Di cui, però, non fa il nome.

‘”So – prosegue Berlusconi – come funzionano i giornalisti stranieri nei salotti romani, sono giornalisti che attingono ai giornali di sinistra e portano sui loro giornali articoli che dipingono l’ Italia in modo diverso da quella che è. Perché la realtà italiana è molto diversa, per fortuna”.

Elezioni Europee. Dall’ ex premier Romano Prodi l’ appello a votare Pd

 Inutile l’ invito del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, “a mettere un punto tra tre giorni e a trarre tutti motivo per assumere atteggiamenti più ponderati”. Continuano polemiche e schermaglie tra i partiti in vista del voto di sabato e domenica.

Dario Franceschini denuncia che “il Pd è stato danneggiato dalla campagna sul gossip e penso che in questa campagna elettorale ci sia stata molta cattiveria. Io sono stato insultato quotidianamente con aggettivi coloriti”. Il numero uno del Pd mette in guardia: “Se vince Berlusconi è in pericolo la qualità della democrazia”. Parole che suonano stonate per Daniele Capezzone che denuncia un Franceschini che pietisce voti.

Il portavoce del Pdl osserva che non si è mai visto il capo di un grande partito appellarsi alla propria manifesta inferiorità per strappare o pietire qualche voto. È una pietra tombale sulla credibilità presente e futura del Pd come alternativa al Pdl e al governo Berlusconi».

Berlusconi intervistato dalla Cnn. Denuncia dell’ Idv: il Tg1 e il Tg3 avrebbero modificato delle immagini

 La Rai: “Nessuna immagine taroccata. Il video è stato ripreso lunedì da Tg1 e Tg3, ma nelle immagini si nota una differenza. Nel filmato messo in onda dalla Rai accanto al Cavaliere che parla, appare il logo elettorale del Pdl, con la scritta Berlusconi presidente. Del simbolo non c’ è traccia nell’ intervista originale realizzata dalla tv americana”.

La denuncia è dell’ Idv. “Il Tg1 delle 20 ed il Tg3 delle 19 lunedì hanno mandato in onda un servizio con immagini taroccate dell’ intervista che la Cnn ha fatto al presidente Berlusconi. Compare infatti alla sinistra del premier il simbolo elettorale del Pdl, con la scritta Berlusconi Presidente, che difficilmente si può credere sia stato inserito dal montaggio della rete televisiva americana”, accusa il senatore Francesco Pancho Pardi, capogruppo in commissione di Vigilanza.

“Da indiscrezioni risulterebbe che le immagini mandate in onda dalla Rai, senza alcun vaglio, siano opera di una emittente locale sarda, Videolina, di proprietà di casa Berlusconi. Questo grandioso spot elettorale deve essere chiarito al più presto: mi rivolgo quindi al presidente Zavoli e ai direttori delle testate giornalistiche per avere chiarimenti immediati sull’ accaduto. Mi riservo infine un’ interrogazione urgente al ministro competente”. Viale Mazzini replica tuttavia che si tratta di due interviste diverse: una della Cnn e una all’ emittente locale Videolina, realizzate in momenti diversi. In quella realizzata dalla tv regionale sarda, appare il logo del Pdl.

Caso Mills, Berlusconi non andrà a riferire in Parlamento

 Berlusconi ha deciso di non andare in Parlamento per i giudici del caso Mills. E l’ opposizione, anziché pretendere il dibattito in aula, respira di sollievo. Il vento è già girato. La nuova polemica investe la Rai, le nomine, le lottizzazioni… Di giustizia si tornerà a parlare, certo, ma dopo le Europee. In questo momento converrebbe solo a Di Pietro (ecco perché il Pd cambia volentieri registro) e alla Lega (guarda caso, da Bossi zero solidarietà al premier).

Franceschini, che sulle prime era balzato in groppa alla sentenza milanese, ora si pone alla testa delle posizioni più realiste e manda un messaggio limpido al premier: stia alla larga dal Parlamento. “Dall’ inizio della legislatura”, argomenta il segretario democratico, “Berlusconi non ha mai trovato un minuto per parlare in Aula dei problemi degli italiani. Adesso intende venire per autoassolversi e per sollevare un polverone politico”.

La reazione dell’ Anm, solitamente vibrata, stavolta suona rituale: “Inaccettabile invettiva di Berlusconi, gravi i toni denigratori, solidarietà e vicinanza ai colleghi Gandus, Caccialanza e Dorigo”. Invece quanta fatica, narrano al Plebiscito, stoppare Berlusconi. L’ idea della piazzata alle Camere era tutta sua, e non perché gli fossero saltati i nervi. Al contrario.

Il caso Mills: è ancora polemica. Pd e Idv contro Berlusconi

 La bufera sul “caso Mills” continua a imperversare. Il centrodestra compatto difende Berlusconi e il portavoce, Paolo Bonaiuti, parla di “attacco politico a orologeria” che arriva a due settimane dalle elezioni.

L’ opposizione sottolinea che sono stati rispettati i termini per il deposito delle motivazioni della sentenza e, con toni diversi, attacca il premier. Sembra allontanarsi invece l’ ipotesi, annunciata già ieri mattina dallo stesso Berlusconi, di riferire sulla vicenda dinanzi alle Camere. La questione non è stata affrontata dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio e nessuna richiesta di comunicazioni del governo è stata avanzata formalmente.

Fonti parlamentari del Pdl riferiscono che la cosa potrebbe slittare per non prestare ulteriormente il fianco alle polemiche dell’ opposizione. La tesi delle opposizioni: “Il presidente del Consiglio vuole intervenire in Aula alla Camera sul caso Mills per autoassolversi”. La possibilità di un intervento di Berlusconi in Parlamento non piace al segretario del Pd. Franceschini dice che “Berlusconi non ha trovato due minuti di tempo per venire in aula a parlare dei problemi degli italiani, ma vuole venirci per autoassolversi e sollevare un polverone politico”.

A Torino è caos. Gianni Vattimo, filosofo dell’ università torinese, è solidale con gli studenti

 “Ai manifestanti di oggi a Torino va tutto il mio sostegno, anche per quella robustezza di reazione che dimostrano di saper mettere in campo”, dichiara Gianni Vattimo, filosofo dell’università torinese e candidato alle Europee con IDV, ai microfoni di Red Tv.

“La destra sta attuando una nuova strategia della tensione, perché io di studenti armati di mazze non ne ho visti, mentre ho visto uno schieramento armato dei reparti speciali della polizia, ai cui vertici sarebbero stati messi, mi è stato riferito durante il corteo di questa mattina – ha detto Vattimo – gli stessi personaggi che coordinarono le attività di repressione del G8 di Genova”.

Al giornalista che gli chiedeva di condannare la violenza da parte dei manifestanti, Gianni Vattimo ha replicato: “Non fidiamoci delle notizie che arrivano, ricordiamoci cos’ è successo a Genova, dove i cattivi scomparvero all’ improvviso e i buoni furono massacrati di botte: siamo davanti ad una strategia della tensione che serve a reprimere chi manifesta, all’ Università come alla Fiat, il disagio per una sofferenza sociale vera”.

David Sassoli capolista del Pd alle Europee

 Il vicedirettore del Tg1 sarà il capolista del Pd alle elezioni europee nella circoscrizione Centro. Dice che lì per lì aveva avuto paura di abbandonare il mestiere sognato fin da piccolo. Ma alla fine ha accettato l’ offerta. Solo che la stessa proposta era stata ventilata un mese e mezzo addietro a Goffredo Bettini, già coordinatore del Pd di Veltroni, ruolo che lo aveva indotto, pur non richiesto, a dimettersi da senatore e da presidente della festa del Cinema, rinunciando anche a ricandidarsi in Parlamento.

Lo ricorda lui stesso in una irrituale lettera al quotidiano romano Il Messaggero in cui, spiegando i motivi della sua attuale rinuncia, racconta come avesse dato la sua disponibilità nel quadro di un sereno e condiviso giudizio da parte del nuovo gruppo dirigente. Poi però, raccontano nel suo entourage, è cominciato uno stillicidio di nomi alternativi a capolista. La cattolica Silvia Costa, il senatore Ignazio Marino, beniamino dei democratici laici nello scontro sul caso Englaro.

Il fatto è che Bettini, prima di essere fra i fondatori del Pd, è stato per un quindicennio un personaggio cardine del centrosinistra romano e laziale, un protagonista in rapporti stretti con la capitale e gli apparati locali. Ma durante la segreteria Veltroni non è un mistero la rivalità fra il Bettini coordinatore del Pd e il Franceschini vicesegretario. Ed è forse proprio questo, raccontano gli uomini più vicini a Bettini, uno dei motivi per cui l’ attuale segretario alla fine ha preferito un volto nuovo e senza passato come Sassoli.

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