Nucleare. Comitato Vota Sì : camera non si presti a raggiro

”Il Parlamento non si presti a questo raggiro che vuole cancellare il referendum senza fermare veramente i programmi atomici del governo”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, 80 associazioni per il ‘sì’ al referendum contro il ritorno dell’Italia all’energia dell’atomo, rivolge un appello ai deputati che hanno avviato la discussione in Aula sul decreto Omnibus.

Nucleare, Comitato Vota Sì: Sardegna, vittoria eclatante per tutto il Paese

”Il ‘no’ al nucleare ha stravinto. Un segnale chiaro a chi pensa che gli italiani si faranno prendere per il naso. Dalla Sardegna arriva una vittoria eclatante, e non solo per i cittadini dell’isola. Ogni italiano voterebbe allo stesso modo. Il Parlamento nazionale, che si appresta a decidere sul finto stop al nucleare proposto dal governo, ne prenda atto”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ esultano all’esito del referendum consultivo: ”Un risultato eclatante vista la scarsissima presa degli ultimi referendum. E tanto più forte perché arriva dopo mesi di disinformazione e boicottaggio sul nucleare”.

Nucleare, risultato referendum Sardegna

 Legambiente: ”Risultato clamoroso conferma forte consapevolezza dei cittadini”
Nonostante il silenzio assordante di molti media sul tema del referendum sul nucleare e l’oblio che ormai cela la sciagura – ancora drammaticamente in corso – di Fukushima, l’enorme affluenza al voto in Sardegna conferma la volontà dei cittadini di partecipare concretamente alle scelte per il proprio futuro non solo energetico.

Nucleare: comitati locali per il sì al referendum a quota 140

Nucleare: comitati locali per il sì al referendum a quota 140

”Centoventi comitati locali più 20 comitati regionali: ad un mese dal referendum del 12 e 13 giugno la diffusione dei gruppi a sostengo del Sì contro il nucleare è capillare in tutto il Paese”. Il Comitato ‘Vota Sì per fermar il nucleare’, oltre 80 associazioni unite contro il ritorno dell’Italia all’atomo, fa il punto sulla campagna referendaria a 30 giorni dal voto. ”E il messaggio referendario ha trovato ‘amplificatori’ anche oltrefrontiera: sono nati comitati a Londra, alle Canarie, in Svizzera (Minusio) e a Parigi”.

Decreto “Sviluppo”, Italia Nostra scrive a Napolitano e chiede un incontro a Fini e Schifani

 Il Decreto Legge sullo Sviluppo rappresenta la negazione dei principi di tutela posti a base di interessi collettivi e a salvaguardia di beni comuni quale l’ambiente

La deregolamentazione in materia edilizia attraverso l’uso generalizzato dello strumento del silenzio-assenso anche per tutte le nuove costruzioni, le misure di premialità previste per interventi di ricostruzione anche attraverso la delocalizzazione delle volumetrie, la sostituzione della DIA con la SCIA nonché l’introduzione del diritto di superficie per le spiagge italiane, che in pratica finirebbe per consentire una sorta di privatizzazione dei beni demaniali, ad uso e consumo di chi intende speculare su di essi, sono previsioni che chiaramente contrastano con l’art. 9 Cost., che prevede che la Repubblica tuteli il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, ma denotano altresì un uso distorto dello strumento del decreto legge nella misura in cui, contrariamente alle disposizioni di cui alla L. 400 / 1988, riguardano materie tra loro evidentemente eterogenee.

Dl sviluppo, Legambiente: ”Un decreto Sottosviluppo.

 ”Piano casa e privatizzazione spiagge: un regalo senza precedenti a mafiosi, abusivi e speculatori”.

”Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così in basso. Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l’avallo del Governo”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente ha commentato il testo del Dl sviluppo cui oggi ha dato il via il Consiglio dei Ministri. ”La deregulation totale introdotta con il nuovo Piano casa – ha continuato Cogliati Dezza – con l’autocertificazione per tutte le nuove costruzioni e col passaggio dalla Dia alla Scia e i vari premi in cubatura, condannano il nostro Paese alla devastazione e all’affermazione delle leggi tribali dove il più forte, in questo caso il più ricco e spregiudicato, vince su tutti e fa quel che vuole del patrimonio comune.

Rinnovabili: 150 aziende avviano azione legale contro decreto

 A promuovere l’iniziativa è l’Associazione SOS Rinnovabili

Centocinquanta aziende hanno affidato a SOS Rinnovabili il compito di avviare un’azione legale collettiva contro il decreto Romani e, di conseguenza, contro il Quarto Conto Energia che ha da poco ricevuto il via libera del Governo. Il primo ricorso, anticipa SOS Rinnovabili, verrà presentato alla Corte di Giustizia Ue, ”perché il decreto del 3 marzo scorso – così come il Commissario all’energia Oettinger ha sottolineato in una lettera inviata al ministro Romani – non recepisce la direttiva europea che prevede lo sviluppo delle rinnovabili, ma anzi limita la crescita delle energie dal sole”. La seconda azione già studiata dall’associazione ‘‘sarà invece avviata nei confronti del TAR. E non è improbabile che si finisca davanti alla Corte costituzionale: perché il provvedimento danneggia le aziende che, pur avendo rispettato le norme di legge vigenti, avranno un diverso trattamento a livello di tariffe incentivanti”. 

Ambiente, allarme trivelle a largo delle Isole Tremiti: riparte la protesta dei cittadini

 Sabato 7 maggio a Termoli ore 10: manifestazione nazionale contro nuove perforazioni in Adriatico. Legambiente aderisce: ”Stop alle ricerche nei mari italiani. Turismo e petrolio sono scelte inconciliabili”

Torna l’allarme trivelle nel mare italiano e tornano le proteste di chi crede che la vocazione dell’Italia sia il turismo e non la ricerca dell’oro nero, dopo il via libera del Ministero dell’Ambiente alle indagini sulla presenza di petrolio nei fondali del basso Adriatico, di fronte alle Isole Tremiti. Una scelta controversa che non trova consenso tra i cittadini che Sabato 7 maggio dalle ore 10 manifesteranno la loro contrarietà al progetto, nel Piazzale del Porto di Termoli, in Molise. Al loro fianco ci sarà anche Legambiente da sempre convinta della non convenienza di una simile scelta energetica per il Paese.

preload imagepreload image