De Magistris: “Rifiuti, dietro ai roghi la camorra”

 Incandescente la situazione rifiuti a Napoli. Aumentano roghi e proteste da parte dei cittadini.
Ma dietro a tutto questo il sindaco di Napoli Luigi De Magistris vede la mano della camorra. Secondo lui: ”Sull’incremento della differenziata e sugli appalti puliti c’è l’ostilità della criminalità. Il business è enorme e per questo qualcuno ci vuole ostacolare. Sarà la magistratura ad accertarlo. Sono stati 34 gli interventi che la notte scorsa i vigili del fuoco hanno eseguito lungo le strade di Napoli e dei comuni della provincia per spegnere i roghi dei rifiuti; 29 gli incendi spenti in giornata”.

Referendum, un atlante creative commons per dire no al nucleare

 12 tavole promosse dal Comitato “Vota Sì per fermare il nucleare”
Dalla sicurezza ai costi, dalla localizzazione delle centrali agli incidenti, dalle scorie alle alternative sostenibili. Per farsi un’idea sul nucleare e capire ”perché è necessario dire no al ritorno dell’Italia all’atomo” oggi c’è uno strumento in più: l’Atlante Nucleare, un progetto collettivo di information design realizzato da 12 grafici italiani (Studio FM, Happycentro, Andrea Rauch, Francesco Franchi, Lcd, Francesco Maria Giuli, Mario Bubbico, Studio KM0, Stefano Rovai, Tankboys, Marco Lobietti – G.I.U.D.A., Fupete) per il Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’.

Omnibus. Comitato No Nuke: fugone del governo, ma vogliamo referendum

 ”Un governo terrorizzato dall’opinione degli italiani fa marcia indietro su uno dei punti qualificanti del proprio programma e cancella il nucleare.
Gli italiani un primo risultato lo hanno già portato a casa. Ma sappiamo che è un trucchetto, e che tenteranno di riprovarci. Per questo vogliamo il referendum”. Le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per Fermare il Nucleare’, in presidio di protesta davanti a Montecitorio contro il dl Omnibus, commentano così la fiducia al testo che, tra le altre misure, cancella le norme sul ritorno dell’Italia al nucleare.

Dl sviluppo, blitz di Legambiente contro la svendita delle spiagge

 Tutti in costume davanti al ministero dei Beni culturali per dire no alla privatizzazione del demanio. ”Galan batta un colpo, spetta al Ministero dei Beni Culturali tutelare le coste italiane”.
Volontari in costume nel centro di Roma per protestare contro la privatizzazione delle spiagge che, di fatto, si profila con l’attuazione del decreto legge Sviluppo, che all’art. 3 prevede il “diritto di superficie” sull’area demaniale, di fatto una svendita delle spiagge ai privati per 20 anni. Legambiente è scesa in piazza, davanti alla sede del ministero per i Beni e le attività culturali con tanto di teli da mare, cappellini e creme solari, palette, secchielli e picnic per dire no a nuove costruzioni in riva al mare e alla legalizzazione degli abusi già presenti sulle coste.

Dl Omnibus, governo pone fiducia

 Legambiente: ”Il governo ha paura della voce degli italiani”.
”La decisione del governo di porre la questione di fiducia sul decreto omnibus, che contiene diverse norme tra cui quelle per aggirare il referendum sul nucleare, si configura come un vero e proprio furto di democrazia”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sulla decisione del governo di porre la fiducia alla Camera sul dl omnibus.

Evento ”Terra Futura”: 20-22 maggio 2011

 40 milioni di persone hanno abbandonato le proprie terre nel 2010 a causa dell’impatto dei cambiamenti climatici
Legambiente: ”Importante riconoscere giuridicamente i profughi ambientali come rifugiati”
Solo nel 2010 sono state 40 milioni le persone costrette a lasciare le proprie terre a causa dei cambiamenti climatici. È questo l’allarme lanciato da Legambiente che, nel corso di Terra Futura, la mostra-convegno sulle buone pratiche a Firenze fino al 22 maggio, ha presentato il dossier ”Profughi ambientali: Cambiamento climatico e migrazioni forzate”. Secondo il dossier, se fino a qualche anno fa erano le guerre la causa principale delle emigrazioni di massa, oggi gli eventi metereologici estremi causati dal surriscaldamento del Pianeta rappresentano il fattore in assoluto predominante. Basta pensare che nel 2008 ben 20 milioni di persone sono state costrette a spostarsi temporaneamente o definitivamente in seguito ad alluvioni, desertificazione e fenomeni atmosferici estremi, contro i 4,6 milioni di profughi creati da guerre e violenze.

Ecomafie e crimini contro l’ambiente

 La direttiva Ue sulla tutela penale ambientale: un’occasione persa per l’Italia
Lo schema di decreto legislativo con cui, ad aprile, il governo ha dato seguito all’obbligo imposto dall’Unione europea di tutelare penalmente l’ambiente rappresenta un’occasione mancata per una ”riforma di civiltà’‘: inserire nel codice penale i delitti contro l’ambiente. Il nostro Paese sconta, infatti, fenomeni di ecomafia e di criminalità ambientale gravissimi e il recepimento delle direttive 2008/99 e 2009/123 avrebbe potuto essere l’occasione per porre rimedio alla situazione attuale di norme solo contravvenzionali, sparse in diversi testi unici, codici, decreti legislativi, e per disciplinare con pene efficaci, proporzionate e dissuasive, come richiesto dall’Europa, alcune fattispecie specifiche e ben individuate. Tra queste: i delitti ambientali in forma organizzata, l’inquinamento ambientale, il danno ambientale e pericolo per l’incolumità pubblica, il disastro ambientale, l’alterazione del patrimonio naturale (flora e fauna), il traffico illecito di rifiuti, la frode ambientale, il ravvedimento operoso.

Sabato 21 maggio dieci catene umane per chiudere il nucleare

 ”Saluggia, Caorso, Chioggia, Monfalcone, Montalto, Termoli, Nardò, Scanzano Jonico, Foce del Sele, Palma di Montechiaro”
”L’Italia non vuole tornare al nucleare: stop alla censura sui referendum il parlamento non cancelli il diritto a decidere sul nostro futuro”
Mentre la Camera dei deputati discute del decreto Omnibus che vuole cancellare il referendum sull’atomo del 12 e 13 giugno, in Italia si terrà una delle più grandi manifestazioni antinucleari dai tempi del referendum del 1987. Sabato 21 maggio dieci catene umane, organizzate dal Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, cingeranno altrettanti siti nucleari o candidati a diventarlo: Saluggia (Vercelli), Caorso (Piacenza), Chioggia (Venezia), Monfalcone (Gorizia), Montalto (Viterbo il 22 maggio), Termoli (Campobasso), Nardò (Lecce), Scanzano Jonico (Matera), la foce del fiume Sele (Salerno) e Palma di Montechiaro (Agrigento).“Per dire no all’assurdo ritorno italiano all’energia atomica proprio mentre il mondo guarda sgomento il dramma di Fukushima e si interroga sul futuro dell’atomo.

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