Monti: ”Un governo senza politici. Forti anche così, ora avanti di corsa”.
Dopo aver letto la composizione dell’Esecutivo, Monti ribadire che l’obiettivo del suo governo sarà accompagnare al rigore la crescita: ”L’affidamento ad una sola persona del ministero dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture corrisponde ad una logica che desidero molto sottolineare dell’azione di governo: mettere al centro le iniziative coordinate per la crescita economica e lo sviluppo”.
Redazione
Nasce il governo Monti
Monti da Napolitano per sciogliere la riserva. Nel pomeriggio il giuramento.
Monti parla di quadro delineato, ma in realtà nella lista mancano ancora due nomi importanti: i nomi dei due tecnici-politici che potrebbero essere Gianni Letta e Giuliano Amato. Scetticismo nel Pdl sui due nomi. E intanto una frase di Italo Bocchino che indica Monti come il prossimo candidato premier del Pd provoca forti reazioni nel Pdl. Daniele Capezzone arriva a definire “a rischio” il nascente Esecutivo Monti.
Monti vuole arrivare al 2013: “Non accetto un esecutivo a tempo”
Monti ha chiarito che scioglierà la riserva per la formazione del governo solo se gli sarà offerto un orizzonte temporale che arrivi a fine legislatura.
Monti nel corso di una conferenza stampa: ”L’orizzonte temporale nel quale il governo che mi sto apprestando a formare si colloca è tra oggi e la fine di legislatura nella primavera del 2013. È chiaro che il parlamento potrebbe togliere in qualsiasi momento la fiducia”.
Berlusconi: ”Fronte comune per salvare Ue ed euro”
Il videomessaggio di Berlusconi
”Da domani raddoppierò il mio impegno in Parlamento e nelle istituzioni per rinnovare l’Italia non mi arrenderò finché non avrò rinnovato l’architettura dello Stato”.
Così dichiara Silvio Berlusconi in un videomessaggio agli italiani: ”Il giorno della mia discesa in campo ha cambiato la storia dell’Italia e i miei governi sono stati i più longevi nella storia della Repubblica. Siamo pronti a favorire gli sforzi del presidente della Repubblica per dare subito al Paese un governo di profilo tecnico. Faremo il nostro dovere. Ma bisogna mettere da parte ogni faziosità. È triste vedere che un gesto responsabile e generoso come le dimissioni sia stato accolto con fischi e insulti”.
Berlusconi si è dimesso
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha rassegnato le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nel comunicato della Presidenza della Repubblica si legge: ”Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto oggi alle ore 21.00 al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, onorevole Silvio Berlusconi, il quale, essendosi concluso l’iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di stabilità e del bilancio di previsione dello Stato, ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica, nel ringraziarlo per la collaborazione, si è riservato di decidere ed ha invitato il Governo dimissionario a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti. Le consultazioni del Capo dello Stato si svolgeranno nella giornata di domani”.
Napolitano ai leader mondiali: “Presto governo per azioni condivise”
Giorgio Napolitano al telefono con il Presidente della Repubblica Federale Tedesca, Christian Wulff.
Il Presidente ha concordato con Christian Wulff sulla necessità che gli impegni assunti dall’Italia e ogni ulteriore necessaria decisione si traducano presto in una efficace e condivisa azione di Governo. Nel frattempo Monti ha fatto l’ingresso ufficiale a Palazzo Madama, oggi per il primo giorno come senatore a vita. Ma si è fermato solo per il tempo della proclamazione e del benvenuto. Poi di nuovo al Quirinale al lavoro.
Nuovo governo a guida Mario Monti?
Appoggio di Terzo Polo e Pdm, ma la Lega conferma che resterà all’opposizione nell’ipotesi un governo tecnico.
Contrario anche l’Idv, il Pdl prenderà una decisione ufficiale e definitiva sabato sera, quando si riunirà l’ufficio di presidenza. Ma nel partito c’è tensione: una parte degli ex An e anche alcuni ministri ex Fi preferiscono un ritorno anticipato alle elezioni e hanno espresso a Berlusconi tutte le perplessità verso una scelta che, secondo loro, danneggerebbe il partito. Contrario anche il segretario Angelino Alfano, che da ore tenta la mediazione tra le diverse posizioni.
Napolitano, nuovo governo a breve o il voto e poi nomina
Napolitano, al termine di una giornata drammatica per i titoli pubblici, ha ottenuto che fossero bruciati i tempi per varare le misure anticrisi.
Il capo dello Stato: ”Occorre fare presto. L’Italia deve dare subito ai mercati segnali chiari e concreti di coesione e capacità di prendere decisioni in grado di arrestare la grave crisi di fiducia che investe i titoli del debito pubblico. Le dimissioni di Berlusconi sono un fatto certo e nei prossimi giorni apriranno la via a un nuovo governo o a elezioni anticipate da svolgere entro i tempi più ristretti”.
Berlusconi a Napolitano: “Legge di stabilità, poi mi dimetto”
Una nota del Quirinale: il Presidente del Consiglio ha manifestato al Capo dello Stato la sua consapevolezza delle implicazioni del risultato del voto odierno alla Camera. Tuttavia egli ha nello stesso tempo espresso viva preoccupazione per l’urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l’approvazione della Legge di Stabilità. opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea. Una volta compiuto tale adempimento, il Presidente del Consiglio rimetterà il suo mandato al Capo dello Stato.
Berlusconi smentisce le dimissioni: “Metto la fiducia sulla lettera all’Ue”
“Voto in Parlamento, voglio vedere in faccia i traditori”.
Berlusconi: ”Non mi dimetto. Oggi si vota il rendiconto alla Camera, quindi porrò la fiducia sulla lettera presentata a Ue e Bce. Voglio vedere in faccia chi prova a tradirmi. Non sono attaccato alla cadrega ma sono certo che avremo la maggioranza per fare le riforme che l’Europa ci chiede. Andiamo avanti e supereremo lo scoglio della sfiducia. Se gli schemi parlamentari portassero a un ribaltone nel quale la sinistra va al governo non saremmo in democrazia”.