“Quando in campagna elettorale dicevamo che vogliamo annientare la mafia, la camorra e la ‘ndrangheta e quando lo abbiamo ripetuto a Casal di Principe non dicevamo per scherzo e questa proposta di legge va proprio in quella direzione”. Con queste parole, il segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, affiancato dal ministro ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia e dal senatore Giuseppe Lumia, ha presentato alla stampa, dopo la riunione del governo ombra del PD, la proposta di legge sul rafforzamento della legge 41-bis.
“Da molto tempo ormai – sottolinea Veltroni – da parte dei magistrati c’è stato un richiamo su questo tema e negli ultimi mesi è accaduto qualcosa che non sarebbe dovuto accadere”. In effetti, sottolinea il senatore siciliano Lumia, da sempre impegnato nella lotta alla mafia, “la stabilizzazione del 41-bis attuata dal governo Berlusconi nel 2002 ha portato dei frutti amari”. Guardando ai dati si nota che, sul totale dei detenuti sottoposti al regime carcerario del 41-bis – quello che vieta loro il contatto con l’esterno e quindi ai boss mafiosi di proseguire la propria attività criminale dal carcere – si nota che il numero di detenuti declassati rimane comunque inspiegabilmente alto: 60 nel 2003, 35 nel 2005, 499 nel 2005, 87 nel 2006, 64 nel 2007 e 43 nel primo semestre del 2008.
“Dalle ultime intercettazione pubblicate sul Corriere della Sera – fa notare Veltroni – è emersa una cosa già chiara: la mafia odia il 41-bis e dagli stessi boss sono stati assicurati anche dei voti politici in cambio di modifiche che vadano ad alleggerirlo”. Insomma, il PD sfida il governo su questo campo. Emblematico, ancora una volta, il commento del leader democratico: “Il ministro Alfano ha emesso una circolare ministeriale, ma di certo non è la circolare lo strumento adeguato. Serve un intervento legislativo”.
Con la proposta di legge del PD, spiega il ministro ombra Tenaglia, “cerchiamo di eliminare quelle falle che si sono venute a creare nel sistema del 41-bis”. Una più rigorosa attuazione della norma, incalza Lumia, “non basta più, va cambiata la legge”. E allora si parte da un maggiore ruolo della procura nazionale anti-mafia e dalle diverse procure distrettuali e si dà una stretta alle diverse tecniche di aggiramento della legge. A partire dalla durata che, spiega il senatore del PD, “dovrà partire come primo passo da 4 anni di detenzione per poi essere rinnovato di due anni in due anni”.
Altro capitolo importante sarà quello della copertura dei buchi che si vengono a creare all’interno del carcere, facendo in modo per esempio “che tutti i colloqui che i detenuti effettuano all’interno del carcere, ad eccezione di quelli con gli avvocati difensori, vengano videoregistrati. Così come – prosegue Lumia – va impedito che i momenti di socializzazione all’interno del carcere diventino delle riunioni tra boss in cui vengono decise le strategie mafiose”. Anche per questo, si legge sulla proposta di legge del Pd, “i detenuti sottoposti al regime speciale di detenzione devono essere ristretti all’interno di istituiti a loro esclusivamente destinati, collocati preferibilmente in regioni insulari”.