“La norma che consente ai precari di monetizzare il mancato rinnovo del contratto ed elimina in questo modo il contenzioso giudiziario fra datore e lavoratore, non è punitiva e incostituzionale come la sinistra si affanna a far credere. E’ falso. Pd e Idv farebbero bene a fermare la loro rincorsa se non vogliono affogare nella demagogia.” Lo ha affermato il vicepresidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli, che ha spiegato: “Si tratta, prima di tutto, di una norma riferita al contenzioso ’in essere’ e non è affatto invasiva rispetto all’azione giudiziaria. Chi denuncia il profilo di incostituzionalità della norma lo fa dimenticando che esiste già nella legislazione sul lavoro un istituto che prevede l’attivazione facoltativa della rescissione in bonis del lavoro precario.
Finora, però, avveniva che il lavoratore precario, scaduto il contratto, attivava un contenzioso giudiziario nei confronti del datore e aspettava anni prima di veder riconosciute le proprie ragioni. La naturale evoluzione della giurisprudenza, anche in relazione al mutato contesto giuridico e alle innovazioni contrattualistiche che hanno preso piede in tutto l’Occidente, ha poco alla volta riequilibrato il proprio punto di vista. La norma inserita nella manovra consente al precario di monetizzare subito i propri diritti, e salvaguarda tutte le aspettative su un nuovo contratto di lavoro. Sono personalmente convinto che si tratta di una norma di civiltà giuridica che tutela i diritti dei lavoratori seri e ’penalizza’ le aspettative di quella platea di furbi e furbetti che puntano per vie tortuose al contratto a tempo indeterminato per ingrossare la schiera dei fannulloni. A proposito dei quali osservo, con qualche amarezza, che il solo effetto annuncio della legge del ministro Brunetta ha fatto calare del 15%, con punte del 50%, i fannulloni nella Pubblica amministrazione.”