“Chi è venuto qui oggi è venuto felice, sapendo che questo è un luogo dove non si tramano congiure, non si preparano assalti al gruppo dirigente”. Il luogo a cui si fa riferimento è il cinema Farnese, situato nel cuore di Roma. L’occasione è la presentazione dell’associazione ReD – che significa Riformisti e Democratici – e le parole sono dell’europarlamentare e capo della delegazione italiana del Pse a Strasburgo Gianni Pittella. Sono le parole che meglio di tante altre sgomberano il campo sulla “missione” con cui nasce l’associazione. Nessuna corrente. Nessun parallelismo con il Partito Democratico. “ReD – recita il testo di presentazione, letto in sala da Paolo De Castro – è un luogo di dibattito, che ha lo scopo di contribuire alla crescita di una prospettiva riformista nel solco tracciato con la nascita del Pd. Una risorsa per lavorare nel medio periodo alla produzione di idee e traiettorie d’impegno entro cui avanzare nel difficile compito di costruire e radicare il nuovo soggetto politico. Una istituzione culturale, utile ad arricchire la realtà di un partito moderno, che ha l’obiettivo di promuovere i collegamenti con la società, il mondo scientifico, le componenti sociali ed economiche, che produrrà iniziative anche sui territori”.
Nata dall’iniziativa di alcune tra le personalità più di spicco del Partito Democratico, ReD si propone di proseguire ed affiancare l’opera cominciata e portata avanti negli ultimi dieci anni dalla Fondazione Italianieuropei. A presentarla, a fianco di Paolo De Castro, c’erano Massimo D’Alema – vero mentore dell’iniziativa – Pier Luigi Bersani e Livia Turco. Moltissime le personalità in sala, d’altronde all’associazione hanno già aderito 114 parlamentari del PD. Dei presenti, oltre a Gianni Pittella e ai promotori dell’iniziativa, sono intervenuti anche Ignazio Marino, Roberto Speranza, Barbara Pollastrini, Nicodemo Oliverio. Un minimo comune denominatore ha contraddistinto gli interventi di tutti: prima di definire che cosa fosse ReD, hanno messo bene in chiaro cosa non è e non vuole essere. Emblematiche, in questo senso, le parole di Massimo D’Alema: “Solo pigrizia e conformismo intellettuale fanno dire a qualcuno che questa è una corrente. Fare una corrente sarebbe stato molto più semplice e meno dispendioso. Noi – spiega l’ex vicepremier, che ha sostenuto la leadership di Walter Veltroni – non vogliamo rompere le scatole al Pd, ma anzi fornire al Pd stesso e alla politica in generale, un lavoro di dialogo, approfondimento e confronto. Questa iniziativa, nel suo complesso, ha l’ambizione di costruire un tipo nuovo di politica. Vogliamo che l’associazione sia un luogo di confronto tra la politica e la società, tra la politica e la cultura”. Sulla stessa lunghezza d’onda Pier Luigi Bersani, ministro dell’Economia del Governo ombra del Pd: “L’associazione vuole lavorare per portare cultura politica nel partito, in modo aperto e partecipato”.
Che non si tratti di una corrente, d’altronde, lo si capisce sia dalla composizione e dalla storia politica delle persone che ne hanno sancito la nascita, sia dai primi argomenti emersi durante la presentazione. Ecco allora che Ignazio Marino parla di bioetica e sanità, Roberto Speranza di giovani e Mezzogiorno, Gianni Pittella di Europa e mescolanza politica, Livia Turco di alcune delle battaglie culturali più importanti del nostro tempo, tra cui spicca la lotta al conformismo e la costruzione di una nuova idea di società. Barbara Pollastrini assicura che la leadership di Veltroni non è in discussione e, citando Blair, Zapatero e Obama, invita tutto il mondo politico che ruota intorno al Pd a “costruire un pensiero nuovo, senza fare rinunce”. Nicodemo Oliverio, che proviene dalla tradizione popolare e cristianodemocratica, spiega: “Abbiamo avvertito, tutti insieme, la grande esigenza di cercare di dare delle risposte alle domande che vengono fatte al nuovo riformismo. L’associazione è un luogo dove discutere, in amicizia”. D’altronde, sottolinea Bersani, “dobbiamo portare avanti un’idea forte di politica, l’idea di un riformismo che non abbia paura delle parole sinistra e popolare. L’idea di un partito che sia liberale in economia, che abbia un’idea universalistica dei servizi alla persona, che porti avanti una fiscalità progressiva e redistributiva. Un partito organizzato e di popolo. I prossimi mesi saranno decisivi”.