Napolitano, basta con le contrapposizioni. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “Si tratta di celebrare il 25 Aprile nel suo profondo significato nazionale. Così si stabilisce un ponte ideale con il prossimo centocinquantenario della nascita dello Stato unitario“. In un discorso al Teatro alla Scala ha citato testualmente una frase pronunciata un anno fa a Onna dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, presente anch’ egli alla celebrazione del 25 Aprile. “Il nostro Paese </strong>ha un debito inestinguibile verso quei tanti giovani che sacrificarono la vita per riscattare l’ onore della patria. In effetti è in questo senso profondo che va celebrata la festa della Liberazione nazionale”.
“Solo se ci si pone fuori dalla storia e dalla realtà, si possono evocare con nostalgia, o tornare a immaginare, più entità statuali separate nella nostra penisola – ha proseguito Napolitano – L’ unità conquistata 150 anni fa rappresenta una conquista e un ancoraggio irrinunciabile, non può formare oggetto di irrisione, né considerarsi un mito obsoleto, un residuo del passato. Non si deve ridurre il movimento di liberazione a un’ immagine sbiadita e ad un oggetto di dispute astratte”.
Dopo aver ricordato i fatti della resistenza, Napolitano ha spiegato: “Ho voluto partire da un sommario richiamo a drammatici eventi, a memorabili momenti della storia della resistenza. Non si può mai smarrire il riferimento a tutto ciò, rinunciare a ricostruire e tramandare costantemente quelle esperienze reali, e non si vuole ridurre il movimento di liberazione a immagine sbiadita o ad oggetto di dispute astratte“.