Luca Zaia. Risponderemo all’esigenza di legalità. È di oggi la notizia che il proprietario di un’ osteria di Treviso ha vietato l’ ingresso nel locale a coloro che indossino burqa e niqab. Daremo risposte concrete al forte bisogno di sicurezza dei cittadini, perché siamo convinti che un’ integrazione reale possa realizzarsi solo a partire dal pieno rispetto delle nostre tradizioni giuridiche, sociali e culturali. Essere riconoscibili è un dovere di ogni cittadino italiano: che lo sia anche per quanti scelgono di venire a vivere qui. Perché la sostenibilità dei flussi migratori non è solo questione di numeri, e l’ ”invasione” è nel mancato rispetto delle norme che regolano la vita sociale della nostra comunità.
La cronaca quotidiana ci dimostra in che misura i cittadini chiedano legalità e sicurezza. E parliamo di una Regione, il Veneto, nella quale città come Treviso si distinguono come modello ed esempio di integrazione riuscita. Se andassimo in Oriente, nessuno di noi si sognerebbe, ad esempio, di offrire una birra o carne di maiale ad un musulmano o di visitare una moschea senza indossare gli abiti adatti. E non ci sentiremmo, così facendo, di tradire né la nostra storia né la nostra fede. Sarebbe semplicemente un comportamento rispettoso della comunità e del Paese che abbiamo scelto di visitare.
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