Un PDL in Regione Piemonte e alla Camera dei deputati per rinnovare le professioni intellettuali
Vignale: “Ho presentato una proposta di legge che destina ogni anno 4.750.000 euro per facilitare l’ accesso all’ attività professionale da parte dei più giovani, incentivare l’ associazionismo e sostenere le professioni intellettuali. Dopo anni di silenzio da parte della Regione, serve ora una riforma che tuteli quelle che oggi rappresentano il terzo motore economico nazionale e che fino ad oggi sono state abbandonate ed escluse da ogni fondo e sostegno regionale”
Secondo l’ Agenzia delle Entrate solo nel 2009 in Italia risultavano aperte 8,8 milioni di partite Iva, e sono più di 2 milioni gli iscritti in ordini e collegi professionali. Un vero e proprio esercito produttivo, che da solo rappresenta la terza forza economica del nostro Paese e produce quasi il 13% del Pil italiano… Cifre, destinate ad aumentare se, anziché essere escluse da ogni forma di sostegno regionale, venissero finalmente sorrette e incentivate dalle istituzioni.
Se infatti fino a pochi anni fa il professionista era considerato essere un favorito membro di una casta economica e oggetto di benefici, la realtà è completamente cambiata e il mondo dei professionisti, benché contraddistinto dalla loro alta professionalità, capacità, autonomia e merito. è oggi in difficoltà.
La situazione di crisi che attraversa il nostro Paese ha infatti portato alla ribalta anche il disagio del mondo delle professioni, completamente escluse dai sostegni alla produttività o alle industrie locali. Se un professionista cessa l’ attività, ad esempio, non ha diritto all’ assegno di disoccupazione né alla cassa integrazione né ad alcun aiuto governativo o regionale. Non solo, se un’ azienda in crisi le istituzioni aprono un tavolo con sindacati e lavoratori, se una professione intellettuale è a rischio chiusura, gli unici a venirgli in aiuto sono solo la sua capacità e determinazione.
È proprio in un momento di crisi come quello attuale che serve una rivoluzione francese delle libere professioni che aumenti e sostenga la loro competitività, incentivi la loro attività e che eviti la chiusura di quel 18% degli studi professionali cessati nel 2009 e che passi innanzitutto per uno svecchiamento degli ordini professionali (il più giovane è del 1929!).
È infatti necessario riconoscere il ruolo centrale nel sistema economico – produttivo italiano delle professioni intellettuali, sostenendole e incentivando i valori che portano con se, quali meritocrazia, responsabilità, autonomia, innovazione e rifiuto all’assistenzialismo.
Per questo motivo il PDL si è impegnato nella riforma delle libere professioni, riconoscendo loro il valore aggiunto che apportano alle nostre regioni e all’ intero assetto economico italiano e l’ impegno che ogni giorno silenziosamente e autonomamente ripongono nella loro professione.
Dopo anni di attese è arrivato finalmente il momento e dopo un proficuo lavoro tra la consulta permanente degli ordini e i collegi professionali, il PDL ha depositato due proposte di legge, una alla Camera e una in Regione Piemonte, con l’ obiettivo di rilanciare nel sistema economico regionale e nazionale il ruolo dei professionisti nel pieno rispetto delle funzioni istituzionali e dei collegi professionali.
Una riforma innovativa che pone grande attenzione all’ esercizio dell’ attività professionale, alla formazione continua, al sostegno dei giovani nell’ accesso della professione con agevolazioni e sgravi fino ad oggi dedicate solo ad imprese ed aziende.
Il PDL n. 675 Regione Piemonte – Vignale primo firmatario
Seguendo l’ esempio della proposta di legge nazionale scopo di quella regionale è di sostenere e incentivare le libere professioni, dando finalmente loro quei riconoscimenti che il governo di centro sinistra gli ha sempre negato.
Se infatti la Regione Piemonte già prevede agevolazioni finanziarie, fiscali ed economiche per lo sviluppo economico e per il mondo produttivo, ma nessuna di queste è indirizzato o rivolto alle libere professioni.
Per questo motivo, la legge prevede innanztiuttto uno stanziamento annuo di 4.750.000 mila euro da destinare a prestiti di onore per facilitare l’ accesso alla libera professione ai più giovani, agevolazioni alle attività che intendono associarsi e finanziamenti, con una parte a fondo perduto – come già accade per imprese e industrie – per tutte le professioni intellettuali.
Per meglio incentivare e valorizzare l’ innovazione delle attività professionali e per sostenere il diritto degli utenti, si propone l’ istituzione di una Commissione regionale delle professioni, organo consortile multidisciplinare a servizio dei professionisti con il compito di collegare tra loro giunta – consiglio regionali e attività professionali al fine di meglio rispondere alle esigenze delle professioni ed elaborare strategie, programmazioni e atti di governo condivise e quindi utili ed efficienti.
Inoltre per valorizzare ulteriormente l’ alta professionalità di ciascun professionista si riconosce alla Regione competenza esclusiva nella formazione continua e nell’ aggiornamento professionale, fino ad oggi a carico di ogni professionista, con costi non indifferenti.
La proposta di legge presentata alla Camera – on. avv. Maria Grazia Siliquini, relatrice
La proposta di legge nazionale on. avv. Maria Grazia Siliquini, relatrice del provvedimento, ha come obiettivo arrivare ad un sistema di regole condivise che tenga conto dei principi di etica e decoro degli ordini e delle istanze di tutela dei professionisti, che oggi rappresentano la terza forza economica del paese.
Tra i punti principali della proposta vi è l’ apertura a crediti agevolati, e gravi fiscali (fino ad oggi previsti solo per le imprese), misure finalizzate a facilitare l’accesso alla professione da parte dei più giovani, come il tirocinio effettivo e coordinato con il percorso universitario e la concessione di prestiti di onore per l’ apertura dei nuovi albi professionali.
Tra i principi di questa riforma vi è la definzione di professione intellettuale che viene individuata non solo dalla prevalente attività intellettuale ma soprattutto del percorso formativo obbligatorio e dall’ obbligo del vincolo del codice deontologico che dovrà essere applicato sempre e con rigore.
Sarà inoltre evidenziata la netta distinzione tra professionalità e attività di impresa e valorizzato il ruolo del professionista nel sistema economico e sociale quale garante di un servizio professionale di qualità ed escludendo la competenza dell’ antitrust sugli ordini professionali. Si vogliono anche accreditare gli ordini quali enti pubblici economici, garanti della tutela degli albi, della disciplina e della formazione, aggiornamento continuo, vogliamo rafforzare l’ autonomia dei codici deontologici, individuare le forme della società professionali, prevedendo l’ assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile per tutti i professionisti oltre ad un ritorno delle tariffe professionali con previsioni di minimi.
“In sostanza – dichiara l’ on. avv. Maria Grazia Siliquini, relatrice del provvedimento – vogliamo una legge di pochi principi e chiari in cui tutti gli ordini si ritrovino senza entrare nel merito delle singole competenze lasciando poi alla flessibilità dei singoli ordinamenti professionali la relativa declinazione nella loro singolarità”.
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