Il 27 gennaio del 1945, sessantacinque anni fa, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Oggi 27 gennaio 2010 si commemora la fine della Shoah. Il momento più solenne si svolgerà al Quirinale quando, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta consegnerà le medaglie d’ onore ai cittadini italiani deportati e internati nei lager nazisti.
“Non dimenticare la shoah, e quindi operare tutto il possibile perchè ciò possa avvenire, è un alto valore civile”. Con queste parole Giorgio Napolitano ha salutato la posa della prima pietra di un memoriale della Shoah a Milano. Il Presidente della Repubblica ha espresso apprezzamento “per aver portato a compimento il non facile percorso necessario per dare inizio ad un’ opera che ritengo altamente significativa quale luogo di testimonianza di un evento tragico che dovrà sempre rimanere quale monito nella memoria delle generazioni future”.
“Tenere viva la memoria di quel terribile crimine che fu la Shoah è importante per costruire un mondo migliore, un mondo che respinga per sempre la discriminazione, le torture e ogni forma di schiavitù. Un mondo in cui, fin da piccoli, bambine e bambini imparino a vedere in ogni persona innanzitutto l’ essere umano, portatore di una dignità innata e titolare dei diritti universali“.
“Un mondo in cui sempre più persone abbiano la lucidità di riconoscere e il coraggio di contrastare, fin dai primi sintomi, le violazioni dei diritti e la negazione dell’ umanità altrui. Proprio il ricordo della Shoah e la volontà di impedire per sempre il ripetersi di simili tragedie, sono stati il motivo per cui l’ Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò, nel 1948, la Dichiarazione universale dei diritti umani. Difendere i diritti umani vuol dire aiutare a costruire un mondo in cui il ripetersi della Shoah non sia possibile, mai piu”.
A dieci anni dal varo della legge che ha istituito l’ evento è stato creato un comitato coordinatore che ha avuto incarico di organizzare stabilmente le celebrazioni. “Da allora – spiega Renzo Gattegna, leader degli ebrei italiani, – l’ ebraismo italiano si è a più riprese interrogato sul modo di proporre una riflessione che non fosse svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, crediamo infatti che occorra cercare di perpetuare il senso vero di questo giorno”.