George Clooney è arrivato oggi pomeriggio a Roma per presentare la sua ultima fatica, “In amore niente regole”, che lo vede impegnato come regista ed interprete.
Clooney è un artista impegnato e i giornalisti lo sanno bene, ma non osano, per un po’ tentennano. Ma è lo stesso Clooney a “servirgli” su un piatto d’argento i temi per l’intervista. La star hollywoodiana ricorda il dramma del Darfur e dichiara “Ieri ho incontrato Gordon Brown, e pare che stiamo riuscendo a riunire tutti i leader ribelli del Darfur, avendo la possibilità di metterli al tavolo del negoziato. Bisogna continuare a parlarne. In Darfur ci battiamo per questo. Veltroni ha lo stesso interesse che ho io per l’Africa, mi auguro che sia giunto il momento che si risolva questo problema, anche insieme a lui”. I giochi sono fatti. E’ il momento della domanda sulla politica italiana.
L’artista non si tira indietro e si rifà sponsor del Pd e di Walter Veltroni. “Lo considero un mio ottimo amico, come Obama – spiega Clooney – sono amico anche di McCain e della Clinton. Ma alcune persone, rare, hanno qualcosa di molto speciale: la capacità di leadership, unita a grandi capacità oratorie, come Obama, Roosevelt e Kennedy. E in Veltroni ho sentito la stessa forza: parla ai giovani, indica loro una speranza, il sogno, è attento alle questioni climatiche. Tutte questioni tralasciate dalla politica italiana. Credo che Veltroni sia un’occasione molto importante per il vostro Paese”. Veltroni, quindi, come Obama, l’ideatore del New Deal e il presidente assassinato a Dallas nel 1963.
Ma Clooney parla anche di diritti umani e della giustezza delle proteste in favore del popolo tibetano, a patto però che non si sfoci nella violenza. “Non voglio minacciare né boicottare nessuno – ha dichiarato Clooney – ma chi protesta in questi giorni sostiene i diritti umani, e quindi è nel giusto. Purché non ci sia violenza”.
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