“La situazione è delicata e vi invito alla mobilitazione. Da una parte c’è Berlusconi che ha detto che non potrà mai accettare l’idea stessa che Di Pietro possa andare a fare il Ministro della Giustizia, perché lui ha paura di Di Pietro.
Ora, io non uso i fucili, come fa il suo amico Bossi o Lombardo, che pure vuole usare i fucili. Io uso il codice e userò sempre il codice, perché le leggi vanno rispettate, e questo fa paura a Berlusconi. Però, se non ci mobilitiamo, lui vince e, se vince, torna quella politica d’interessi personali, di conflitti d’interessi, del più forte, del più furbo, del menefreghista di diritti e delle aspettative degli altri. È un’Italia antidemocratica quella che farebbe venire.
Però, sono preoccupato anche da quest’altra parte, quando sento ogni giorno qualcuno, nel centro sinistra ma anche nel Partito Democratico, che si sveglia e dice: “no, è meglio che Di Pietro non faccia il Ministro della Giustizia”. Io non ho chiesto di farlo, ma l’idea stessa che a qualcuno del Partito Democratico venga in mente che io sia una palla per la giustizia, mi preoccupa e dovrebbe preoccuparvi. Non capisco perché sarebbe una palla per la giustizia chi, da venti anni, si batte affinché la legge sia uguale per tutti, affinché i conflitti d’interessi si risolvano, affinché non si facciano più leggi ad personam, affinché ci sia più sicurezza e una giustizia che funzioni, affinché i magistrati possano essere lasciati liberi e indipendenti nel loro lavoro. Perché pure all’interno di questa coalizione succede questo? Allora voi potreste dire: “non vado a votare”. No! Ecco la fregatura. È lì che vi aspetto. È qui che casca l’asino.
Non andare a votare significa lasciare in mano a loro questa soluzione. Non c’è niente da fare, o si prende il fucile o si prende la scheda elettorale. Io no ce la faccio a prendere il fucile, non lo so prendere il fucile, me ne frego dei fucili. Ma la scheda elettorale bisogna prenderla perché, se non la prendi, stai lì a guardare e questi fanno quello che vogliono, vanno nelle istituzioni, cancellano quello che non interessa loro, cancellano quello che interessa ai cittadini, e si fanno le leggi come vogliono loro e i cittadini diventano sempre più sudditi. Ecco perché dico che rinunciare a votare è già aver consegnato la vittoria all’altro. Non è un gesto d’orgoglio, ma un gesto di debolezza. Vi invito a riflettere: è meglio stare dentro le istituzioni con una forza politica che, su questi temi, si batte per far sentire la propria voce.
Aiutateci a fermare questa deriva. Aiutateci, perché è una deriva antidemocratica che si sta verificando nel nostro Paese”.
Antoni Di Pietro