Sorpresa a Milano: anche i portatori di interessi si dichiarano per uno sviluppo sostenibile. Il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici: “La funzione della città come grande macchina per lavorare e per produrre è diventata insufficiente”
Come mettere d’ accordo lo sviluppo della città europea, spesso vittima di una urbanizzazione sregolata, con il rispetto di quanto resta del suolo, del verde, della vivibilità? Sembra la quadratura del cerchio. Alla quale il Vecchio Continente tenta di trovare la soluzione attraverso il progetto Urban – Sms (soil management strategy).
Più specificamente il progetto intende valutare le proprietà ecosistemiche dei suoli nei processi di pianificazione urbana, cioè del ruolo che questi suoli ricoprono nel contenere habitat locali, naturali (vegetazione spontanea), o artificiali (agricoli), nell’ agevolare il deflusso idrico, nel sostentare la fauna o nell’ essere fruibile dai cittadini per divertimento o tempo libero o nell’ ospitare al proprio interno testimonianze archeologiche. Il progetto coinvolge tecnici ambientali e pianificatori di 8 città dell’ Europa centro – orientale: Stoccarda, Vienna, Milano, Celjie, Praga, Bratislava, Salisburgo e Cracovia.
A Milano questo modello di workshop, strumento poco diffuso in Italia, ma ampiamente utilizzato all’ estero, organizzato dal Comune di Milano e coordinato dall’ ing. Marco Parolin e dal dott. Andrea Zelioli, ha assunto particolare importanza in vista di due fondamentali eventi per il futuro della città: il Pgt in via di approvazione ed Expo 2015.
Perciò numerosa è stata la partecipazione dei portatori di interesse o stakeholder per identificare gli ambiti di intervento e per stabilire le priorità in materia di utilizzo dei suoli. Erano stati invitati Comune – cosciente di non avere una visione abbastanza completa degli interessi particolari – Regione, Provincia, Assoedilizia, Arpa, Ersaf, Università Bicocca, Milanosport, Fai, Soprintendenza, Parco Sud, Parco Nord, Politecnico, Rfi, Confagricoltura, Agriturismo, Legambiente, Wwf, Italia Nostra, Esterni, Boscoincittà, Cascina Cuccagna, Sunia. Presenti anche rappresentanti dell’Istituto di scienze della terra ed agraria di Pulawy (Polonia).
In una intensa mattinata sono state raccolte su schede predisposte le valutazioni e i suggerimenti per indicare un equilibrio nelle diverse funzioni del suolo ancora libero (meno del 20%). Che, secondo quanto è emerso, sono in ordine di importanza: infrastrutture e trasporti, tempo libero, salute, attività economiche, funzioni di antinquinamento dell’ acqua, patrimonio culturale, biodiversità, agricoltura.
Altri quesiti hanno riguardato i desiderata dei partecipanti su quello che dovrebbe essere il futuro ideale di Milano, capace di conciliare lo sviluppo con la qualità della vita. Linea sulla quale si attesta Assoedilizia che, attraverso l’ opinione del presidente Achille Colombo Clerici, della quale riportiamo una sintesi che contiene anche uno specifico riferimento all’ adottando Piano di Governo del Territorio destinato a modellare la realtà della metropoli negli anni a venire.
Milano dal punto di vista morfologico è una realtà urbana pressoché unica: limitato territorio amministrativo (181 kmq. urbanizzato per due terzi ; al suo interno, nessun rilievo orografico e nessun significativo spazio d’ acqua. È una delle poche città al mondo a non sorgere lungo le sponde di un grande fiume o di un lago, né sulla riva del mare.
Ciò significa mancanza, all’interno del tessuto urbano, di un naturale spazio vuoto, prezioso volano e fattore ammortizzatore del congestionamento atmosferico, acustico, ambientale – funzionale.
Il centro storico di Milano, di poco rinnovato nel corso dei decenni, è gravato dal carico insediativo e gravitazionale tipico di una città moderna a causa di un diffuso e intenso processo prima di ricostruzione delle demolizioni causate dai bombardamenti e quindi di nuove costruzioni all’ insegna del maggior utilizzo del suolo. La riconversione post industriale ha offerto alla città 11 milioni di mq. di aree industriali dismesse – quasi il 10% del territorio urbano – situate in zone strategiche.
Una vera e propria riserva di aree preziosa (perché si tratta di aree ubicate all’ interno del centro edificato) ai fini di impostare una strategia complessiva di riqualificazione dell’ intero tessuto urbano milanese. Inoltre si conta una significativa presenza di aree agricole di antica tradizione entro e alle porte della città.
Riteniamo che un’ accorta politica di salvaguardia e di tutela della qualità dei suoli debba occuparsi di tutti questi aspetti rispettando rigorosamente l’ equilibrio, sia socio / ambientale (vocazione edificatoria) sia storico / ambientale (ad esempio i fontanili, le marcite, le risaie, il sistema idraulico della nostra regione) sia ecologico / ambientale (le caratteristiche agricole, la permeabilità, la capacità filtrante, la morfologia della consistenza del terreno).
In sintesi, Assoedilizia ritiene che, sul piano delle misure di governo del territorio, occorra, tanto evitare ogni compromissione del suolo allorquando lo stesso presenti un’ alta qualità, quanto astenersi da strumenti e procedimenti che valgano ad attribuire valori fittizi ad aree che non hanno alcun valore, né intrinseco né funzionale.
Infatti, lo strumento perequativo stesso potrebbe presentare difetti gravi ove venisse utilizzato a questo fine. Basti pensare al livellamento automatico e generalizzato degli indici di edificabilità teorica (cosiddette pertinenze indirette) attribuiti indistintamente a tutte le aree che rientrano nell’ ambito territoriale perequativo.
Il meccanismo perequativo deve dunque servire per acquisire al Comune aree di pregio sul piano ambientale e del valore intrinseco e non, viceversa, per attribuire un valore economico ad aree che non ne hanno alcuno.
È opportuno poi che si istituisca un’ anagrafe delle aree e dei volumi trasferiti (trasferimenti che ovviamente andranno registrati anche alla Conservatoria dei registri immobiliari dato il loro carattere di realità) in modo tale che il Comune abbia in qualsiasi momento sotto controllo la situazione dello stato volumetrico della città.
È opportuno inoltre che si preveda un meccanismo convenzionale attraverso il quale il Comune incameri le aree svuotate di volumetria potenziale edificatoria; ciò potrebbe consentire la formazione di un prezioso patrimonio di aree ad alto valore ambientale, come parchi, verde, spazi d’ acqua.
E conclude: “Se Milano è una grande ed essenziale macchina per vivere e per lavorare nel modo più funzionale, questo non basta più. Oggi dobbiamo guardare agli obiettivi:
– vivibilità della città: aria pulita, rumorosità controllata, funzionalità dei servizi pubblici (amministrativi, scolastici, culturali, sanitari), sicurezza degli abitanti
– mobilità delle merci e delle persone (trasporti e viabilità)
– rete di verde pubblico e privato
– risparmio energetico.
Benito Sicchiero