In un intervento telefonico a sorpresa a “Ballarò” Silvio Berlusconi attacca i giudici (nel giorno della sentenza Mills) e la tv pubblica. “L’ anomalia italiana non è Silvio Berlusconi, ma sono i pm e i giudici comunisti di Milano che da quando Berlusconi è sceso in politica lo hanno aggredito in tutti i modi. I pm sono la vera opposizione nel nostro Paese”.
La prima risposta dei giudici è arrivata per bocca del procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, titolare in passato di inchieste che riguardavano Berlusconi: “Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino”.
Il procuratore capo della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi: “Definire comunisti i colleghi delle procure che lavorano seriamente è inammissibile: il lavoro dei magistrati del pubblico ministero, peraltro, trova poi conferma nelle pronunce dei giudici. E, allora, o siamo tutti comunisti o non possono esserlo solamente le procure”. Alle domande dei giornalisti che chiedevano un commento sulle dichiarazioni sui giudici del premier, il procuratore capo Rossi le ha definite un fatto gravissimo.