Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici.
“Dopo la sentenza, in data 23 settembre 2009, del Tribunale U.E. rischia di andare in pezzi tutto il sistema europeo impositivo dei tetti di emissione di gas serra. L’ operazione comporta costi individuali e sociali elevatissimi, senza equivalenti benefici sul piano della riduzione delle emissioni. Perché nel mondo e nei diversi settori di attività si interviene a macchia di leopardo.
Infatti, non si attivano (o si attivano in modo diseguale) tutti i paesi ed all’ interno dei singoli paesi le diverse regioni; e non si attivano tutti i settori economici. E ciò è particolarmente grave in un momento di crisi economica: a fronte di attuali costi sociali ed individuali ingentissimi, scarsissimi sono i risultati ed il beneficio futuro assolutamente non proporzionato al sacrificio.
In questo quadro la nostra Regione, nell’ attuare la legge nazionale, procede
acriticamente con il rigidissimo sistema normativo delle certificazioni energetiche, prevedendo addirittura un pesante sistema sanzionatorio, in termini monetari. Come se si trattasse di questione di ordine superiore.
Abbiamo visto che così non è: per averne una idea, basta andarsi a leggere la lettera spedita settimana scorsa dal nostro Premier alla Commissione Europea: non può il nostro Paese essere costretto a portare avanti una azione (peraltro onerosissima sul piano delle sanzioni U.E. previste per le inadempienze: fino a 840 milioni nel 2012) che si faccia carico di risolvere i problemi del mondo intero. La U.E. a strettissimo giro di posta risponde al Governo Italiano che i cosiddetti tetti non sono negoziabili.
Questa posizione europea, fondata sul principio del chi ha avuto ha avuto, non ci pare accettabile. In questo momento di congiuntura sfavorevole dell’ economia chiediamo al Governo Italiano ed alle Regioni una moratoria di tutti i termini per le certificazioni energetiche degli edifici: chiamati a sobbarcarsi pesantemente i costi del risparmio energetico. Queste procedure, per l’ impatto negativo sui mercati immobiliari rischiano peraltro di avere una incidenza non positiva nelle dinamiche inflattive dell’ economia”.
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