Funerali di Stato per i soldati morti a Kabul. Commozione del mondo politico

di isayblog4 55 views1

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Presenti alle esequie non soltanto le massime autorità del Paese, ma anche tantissima gente comune, che si è stretta con affetto e partecipazione attorno ai familiari delle vittime. Il corteo funebre è partito dall’ ospedale militare del Celio, diretto alla Basilica di S. Paolo, dove hanno avuto inizio le esequie. Numerose le bandiere tricolore esposte alle finestre e ai balconi dei palazzi lungo il percorso.

Per primi ad arrivare alla Basilica sono stati i familiari delle vittime, accolti da un lungo applauso della folla. Alcuni di loro hanno risposto salutando con la mano, altri sorridendo, ma il sentimento prevalente è stato quello di muto dolore. L’ ultima carezza del piccolo Martin Fortunato alla bara del suo papà è una delle immagini simbolo della giornata dei solenni funerali di Stato per i sei parà morti giovedì scorso nell’ attentato di Kabul.

Poi sono giunte le autorità: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quelli delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi, i ministri La Russa, Bossi, Calderoli, Frattini, Brunetta, Alfano, Meloni, Tremonti e Letta. Quindi il sindaco Alemanno. Folta anche la rappresentanza dell’opposizione: Franceschini, Bersani, Marino, D’ Alema, Scalfaro e Bassolino per il Pd quindi Casini e Vendola. Applausi e sventolio delle bandiere tricolore hanno accompagnato le salme dei sei militari all’ interno della Basilica.

Ad accogliere le bare don Salvatore Nicotra, cappellano di Kabul. Numerose le grida dei tanti presenti: Eroi, Viva i parà, Viva la Folgore. Il Presidente della Repubblica si è inchinato al passaggio di ognuna delle sei bare avvolte dal Tricolore, Berlusconi ha applaudito all’ arrivo delle salme. Bossi ha detto: “Li abbiamo mandati noi e sono tornati morti”. All’ inizio della cerimonia è stato letto il telegramma di condoglianze del Papa.

Toccante l’ omelia pronunciata dall’ ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi, che ha chiamato le vittime per nome, uno ad uno, “Antonio, Davide, Giandomenico, Massimiliano, Matteo, Roberto, l’ intera nazione ha dimostrato in questa difficile prova quanto siano saldi i valori di solidarietà e fraternità che caratterizzano la nostra Italia – ha detto mons. Pelvi -. Se uno Stato non è in grado di proteggere la propria pace da violazioni gravi e continue dei diritti umani, la Comunità Internazionale è chiamata a intervenire. Le missioni di pace ci stanno aiutando a valutare da protagonisti il fenomeno della globalizzione, che non è da intendere solo come processo economico ma come criterio etico”.

Durante il rito funebre, un uomo, di circa 60 anni di età, è riuscito a salire sull’ altare maggiore della Basilica, urlando al microfono Pace subito, pace subito, pace subito, ma è stato bloccato dalla sicurezza e accompagnato fuori dalla Basilica. Al termine delle esequie, le Frecce tricolori hanno reso l’ ultimo omaggio ufficiale ai sei parà.

Commenti (1)

  1. siamo tutti bravi a fare questi gesti alla maria maddalena, soprattutto se questo significa fare qualcosa di nuovo… era da tanto che ci si chiedeva che ci stavano a fare i soldiati li, e da parte loro i soldati sanno che rischiano di morire…. se fossi sicuro di non morire ci andrei anche io al fronte a fare il prepotente!

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