La manovra estiva del governo con le nuove misure anticrisi ottiene il primo ok del Parlamento. L’ Aula della Camera ha approvato il decreto. Il provvedimento passa ora al Senato, ma la partita non sembra essere affatto chiusa. Infatti Governo e maggioranza sollevano forti polemiche dell’ opposizione a causa di alcuni nodi irrisolti.
Il primo problema da risolvere riguarda la riattribuzione al ministro Stefania Prestigiacomo almeno di una parte dei poteri di controllo sull’ energia che le erano stati sottratti. E poi la questione del depotenziamento della Corte dei Conti, il cosiddetto lodo Bernardo con le norme che riducono il potere di indagine della magistratura contabile sui danni erariali e la tassazione sulle plusvalenze delle riserve auree su cui è arrivato il parere negativo della Bce. In quanto alla questione Sud è una partita tutta politica che dovrebbe essere affrontata prima fuori dal Parlamento.
Se saranno apportate queste modifiche al decreto, anche altri problemi potrebbero trovare una soluzione a palazzo Madama. Ad esempio si potrebbe chiarire che i terremotati abruzzesi avranno più tempo per riprendere a pagare le tasse dopo l’ annuncio del titolare dell’ Economia Giulio Tremonti, si potrebbe inserire la norma sulla proroga degli studi di settore in revisione che non si è riusciti a introdurre nel passaggio alla Camera o le misure sull’ interconnessione e sulle agevolazioni per la interrompibilità da parte delle aziende energivore, anche queste cassate alla Camera. Eventuali modifiche al Senato determinerebbero un ritorno del testo a Montecitorio. La Camera, infatti, lavorerà fino al 4 agosto per la terza lettura.
Tra i principali nodi aperti le norme sulla Corte dei Conti, approvate in commissione alla Camera con un emendamento del deputato Pdl Maurizio Bernardo. Ne è nato in questi giorni un caso politico che ha diviso maggioranza e opposizione. Una soluzione potrebbe arrivare al Senato.
Per il caso Prestigiacomo, l’ articolo 4 del decreto esautora il ministero dell’ Ambiente da competenze sulle autorizzazioni su infrastrutture energetiche e ambientali, sostituendole con commissari speciali. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha annunciato di aver ottenuto rassicurazioni da Silvio Berlusconi sulla modifica della norma a palazzo Madama. Fa discutere anche la golden tax, cioè l’ ipotesi di intervenire sulla tassazione delle riserve auree che secondo la Bce pregiudica l’ indipendenza finanziaria della Banca d’ Italia.
Molto problematica soprattutto la questione Mezzogiorno. Il nodo dovrebbe essere risolto in sede politica. Il presidente Berlusconi ha annunciato un piano innovativo per il Sud, promettendo lo stanziamento di risorse e, interpellato dai cronisti in Aula, ha confermato di essere al lavoro per placare lo scontento di alcuni parlamentari del Pdl e dell’ Mpa di Lombardo.
Franceschini ha motivato il no del Pd al decreto anticrisi ha definito provvedimenti come lo scudo fiscale un vero e proprio schiaffo in faccia a chi sente davvero la crisi. Di Pietro se la prende con il modo di governare di Berlusconi, secondo lui un modo fatto di furbizie, scorciatorie, doppi pesi e gioco delle tre carte. Un modo settario e piduista. Anche l’ Udc ha vota no al decreto anticrisi, perché nel provvedimento accanto a cose condivisibili come la sanatoria per le badanti e la modifica del patto di stabilità, ci sono – spiega Vietti – incongruenze e insufficienze.