È un messaggio di ottimismo quello lanciato dal Governo nel Dpef: la crisi può essere considerata come un’ opportunità di sviluppo e di rilancio per l’ economia e più in generale di progresso sociale per il Paese. Numeri alla mano, il 2009 sconterà ancora gli effetti della recessione internazionale (con il Pil al 5,2%) ma già nel 2010 la locomotiva Italia riprenderà a marciare con un +0,5% che si rafforzerà al 2% negli anni successivi.
Per gestire la fase post crisi, il Governo ritiene indispensabile proseguire verso un risanamento solido e duraturo, secondo un principio di prudenza fiscale. Ed infatti proprio l’ utilizzo prudente della leva fiscale ha consentito finora all’ esecutivo di limitare il deterioramento dei conti pubblici. Per l’ economia mondiale, e quella italiana, negli ultimi 2 – 3 mesi si sono ripetuti segnali non negativi scrive ancora il Governo nel Dpef.
In particolare, si legge nel testo, “le tensioni sui mercati finanziari si sono gradualmente allentate. L’ incertezza sulle prospettive economiche resta elevata, ma si sta evidenziando un’ attenuazione delle spinte recessive”. Il Governo ritiene poi “essenziale ristabilire sin d’ ora un percorso di risanamento solido e credibile per il dopo crisi”.
Insomma, per il 2009, la crisi farà sentire ancora i suoi effetti sulle tasche degli italiani visto che i consumi caleranno del 2,2%. Nessun spiraglio nemmeno sul fronte del lavoro, visto che il tasso di disoccupazione salirà nel 2009 all’ 8,8%. Ma la fine del tunnel è vicina: nel 2010, sempre secondo le previsioni del Governo, i consumi riprenderanno facendo segnare un aumento dello 0,3%, e del 2,1% negli anni successivi. Quanto invece al tasso di disoccupazione, l’ anno prossimo peggiorerà lievemente, sempre per effetto della congiuntura difficile, per poi scendere al 7,7% nel 2013.
Ma se è in affanno il mercato del lavoro, il Governo ricorda però che sta iniziando a calare il ricorso alla cassa integrazione: a giugno infatti, il numero di ore autorizzate è sceso di 7 milioni rispetto a maggio (-8,1%).
“Se non avessi dovuto fare il Dpef per legge, non avrei fatto previsioni per il 2010 perché sono congetture – dice il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti – Ho scritto che il Pil crescerà dello 0,5% nel 2010 perché ci sono alcuni indicatori positivi. L’ impressione è che, finita la fase di caduta, si apra una fase in cui si può essere realisti”.
Nella giornata di ieri è poi arrivato alla Camera l’ emendamento al decreto anticrisi per favorire il rientro dei capitali depositati all’ estero, ovvero il cosiddetto scudo fiscale. L’ imposta si applica su di un rendimento lordo presunto in ragione del 2 per cento l’ anno per i cinque anni precedenti il rimpatrio, con un’ aliquota complessiva del 50 per cento annuo complessiva di interessi e sanzioni, senza diritto allo scomputo di eventuali ritenute o crediti. In pratica, l’ aliquota sarà del 5 per cento.