La Cei gradirebbe la modifica della legge elettorale

di isayblog4 17 views0

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La Conferenza Episcopale scende in campo sulla politica, anche se ufficialmente non si schiera, come è ovvio. I vescovi italiani, però, chiedono di cambiare la legge elettorale. “Il sistema di voto deve tornare a dare più democrazia al Paese ed è necessario che il prossimo Parlamento modifichi l’attuale legge elettorale, tornando a dare al cittadino la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti”, ha precisato la Conferenza episcopale italiana, riferendosi alle liste bloccate previste dall’attuale normativa.

Ribadito il “no” all’aborto
“Il no netto all’aborto da sempre ha fatto la differenza, per i cristiani, rispetto alla società”, ha aggiunto mons. Betori. Il “no” all’aborto, ha aggiunto, “e’ stato vissuto nei secoli e si e’ espresso con testimonianze molto diversificate. Fino alle ruote, che hanno espresso e possono esprimere ancora oggi un modo per venire incontro alle esigenze delle donne”. Quello a favore della vita e’ dunque per la Cei “un valore che trascende ogni tipo di impegno”. Non penso che il problema dell’aborto – ha aggiunto Betori – possa essere risolto solo in chiave sociale, sia con una legge, sia attraverso espressioni politiche: tutto puo’ convergere per affermare il principio della tutela della vita, e tutto puo’ essere d’aiuto per pronunciare un no all’aborto, in questo momento”.

Riferendosi poi al modo in cui alcuni media hanno interpretato recenti tragiche vicende di cronaca legate all’aborto, Betori ha commentato: “Mi ha fatto molto male leggere di chi pensa di attribuire al no all’aborto certi comportamenti, che sono l’esito di una mentalita’ abortista senza confini. E’ proprio una mentalita’ abortista senza confini che crede che le modalita’ della legge vadano travalicate”.

“Pensare a scuola e famiglia”
I vescovi italiani sono “molto preoccupati” dall’assenza nel dibattito pre-elettorale di temi decisivi come quelli della “formazione, della scuola ma anche della famiglia” mentre invitano i cattolici a votare con “discernimento” valutando al momento del voto “sia il programma che viene proposto che le persone presenti nella lista”.

Secondo mons. Betori come e’ avvenuto dal 1994 ad oggi, di fatto la Chiesa “non si schiera con alcuna formazione politica” non volendo dare un giudizio specifico neppure sulla soddisfazione o meno, da parte delle gerarchie, sulla presenza nelle liste di candidati cattolici. Con una battuta, il vescovo ha detto che “certo, preferiremmo che i candidati fossero tutti cattolici o, almeno, si ispirassero all’insegnamento della Chiesa, ma al momento la presenza dei cattolici nelle liste rispecchia quello che le forze politiche danno come spazi ai cattolici”. Insomma, ha spiegato mons. Betori, parlare ora sarebbe prematuro, quindi meglio “giudicare sulla coerenza ai valori”. Per questo, ha concluso “andremo a vedere” dopo il voto.

Il grido d’allarme contro la mafia
Grido d’allarme dei vescovi italiani: la mafia, con il suo carattere ”pervasivo” in molte aree del Paese, rappresenta uno dei ”mali piu’ nocivi” per la vita sociale dell’Italia. La denuncia arriva dal comunicato finale del Consiglio Permanente, una sorta di piccolo ”governo” della Conferenza episcopale italiana, che si e’ riunito la scorsa settimana. Nel dibattito, i vescovi hanno parlato del grave ”degrado sociale” e , tra le tante ”piaghe”, hanno indicato, oltre la mafia, anche ”il dilagare dell’usura” e gli incidenti sul lavoro.

www.ladestranews.it

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