Per la riforma del Parlamento Berlusconi rilancia il ddl di iniziativa popolare

di isayblog4 19 views0

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“Sto veramente pensando di portare i deputati a 300 e i senatori a 150. Perché un testo di iniziativa popolare? Perché voglio vedere il Parlamento non votare positivamente una legge presentata con il sostegno di milioni di elettori”.

Berlusconi rilancia il ddl di iniziativa popolare per riformare il Parlamento in una intervista a Rtl. Il premier tenta di smorzare i toni usati all’ assemlea di Confindustria e definisce il Parlamento pletorico (e non inutile). Berlusconi è chiaro: “630 deputati sono troppi, a causa di questo regolamento per fare una legge ci vogliono venti mesi. Non si può pretendere di essere uno Stato moderno se andiamo avanti così”.

Poi una battuta sul caso Mills che “sarà ancora una volta un boomerang che rafforzerà la mia parte politica e indebolirà la sinistra e i suoi giudici. L’ obiettivo del Pdl è molto di più del 40 per cento. I sondaggi ci danno al 45 per cento e io al nostro congresso ho indicato come obiettivo il 51 per cento, come risultato da attingere nei prossimi anni per il nostro partito”.

Il premier non perde di vista l’ appuntamento elettorale del 6 – 7 giugno e avverte: “Bisogna mandare in Europa gente non solo capace ma che sia presente, entrando a far parte dell’ Europarlamento. Se gli italiani non disperderanno il loro voto sulle piccole formazioni o sulla sinistra, il nostro gruppo parlamentare avrà la possibilità di essere determinante in Europa. Anche perché dobbiamo dare un drizzone all’ Europa». Il premier ha ribadito che a suo avviso serve un presidente del Consiglio europeo che non duri in carica solo sei mesi.

Berlusconi, replicando alla domanda dell’ intervistatore, ha sottolineato come in questa campagna elettorale “si parla pochissimo di Europa, è il grande assente. La sinistra è impegnata tutto il tempo ad attaccare il presidente del Consiglio che, impegnato com’ è nell’ attività di governo che per il 50% riguarda l’ ambito internazionale, non ha fatto campagna elettorale e queste, di sabato, sono le prime interviste che faccio”.

“Ma, ha proseguito, è fondamentale parlare di Europa in quanto il 70% delle leggi che incidono direttamente sui cittadini sono direttive europee. È dunque necessario mandare in un Europa gente capace e presente. Il presidente del Consiglio ha tra l’ altro attaccato il Pd sulla collocazione internazionale: “la sinistra confusa e litigiosa non ha ancora deciso a quale gruppo iscriversi: se a quello liberale, al quale appartiene Di Pietro, veramente un liberale doc…, o ai socialisti”.

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