Mancava tra i danni addebitati ai cambiamenti climatici il fenomeno della moria delle api. Se esiste una certezza è che il clima è mutevole e che la storia della terra ci insegna che i cambiamenti della temperatura favoriscono alcune specie animali e ne danneggiano altre. Dagli albori ad oggi si sono infatti estinte 9 specie su 10 a causa della selezione naturale o per catastrofi naturali.
I naturali cambiamenti climatici della terra hanno infatti causato l’ estinzione di centinaia di animali, come i dinosauri o i mammuth e la comparsa di nuove specie, meglio adattate alle condizioni ambientali che mutavano. Non pare opportuno paragonare le api ai dinosauri.
Le cause delle moria delle api sono oggi sotto la lente di ingrandimento di molti Stati ed istituti di ricerca, fino al Parlamento europeo. Tra le cause già al vaglio di studiosi ed esperti vi è la possibile incidenza dei fitofarmaci, in particolare quelli a base di neonicotinoidi, la forte importazione di api regina e sciami da paesi terzi, le patologie veterinarie che storicamente affliggono gli sciami, la peste europea, e i campi magnetici di pali elettrici e di cellulari.
In considerazione dell’ importante ruolo di impollinatici che svolgono le api sia a vantaggio delle produzioni agricole che per l’ apporto alla tutela della biodiversità sarebbe utile attendere l’ esito definitivo degli studi in corso per trovare soluzioni efficaci al problema anziché lanciare l’ ennesimo ed inutile allarmismo sui tanto enfatizzati mutamenti climatici ormai additati all’ opinione pubblica come la causa di tutti i mali del mondo.
Sen Andrea Fluttero (PDL)
Segretario Commissione ambiente Senato