Come annunciato, il presidente Berlusconi ha celebrato l’ anniversario della Liberazione italiana a Onna, paese “simbolo” del terremoto in Abruzzo, dove i nazisti uccisero sedici persone nel giugno del 1944. La memoria del passato si salda con l’ attenzione al presente, saltando a pie’ pari ogni inutile polemica politica. La sinistra è sconcertata e oscilla tra incertezze e riaffermazione di superate posizioni ideologiche. Un esempio: il manifesto dei Comunisti italiani dice: “25 aprile. Senza comunisti, nessuna liberazione”.
È davvero facile ricordare due fondamentali realtà:
a) ci sono stati molti partigiani non comunisti (cattolici, liberali, monarchici, ecc.), senza contare le truppe regolari che hanno risalito la penisola combattendo a fianco degli alleati e contribuendo a liberare l’Italia.
b) I partigiani comunisti di allora volevano liberare l’ Italia facendola passare da una dittatura a un’ altra.
Questo 25 aprile d’ Abruzzo giunge due giorni dopo il Consiglio dei Ministri dell’ Aquila, che ha approvato il decreto che dà il via alla ricostruzione, e dopo lo spostamento del G8 italiano dalla Maddalena a L’ Aquila. Non è solamente un colpo a effetto (come scrivono oggi molti commentatori), ma l’ ennesima conferma dell’ intento del governo di non lasciare soli i nostri concittadini abruzzesi, una volta che i riflettori dei media saranno puntati altrove, fino a quando la situazione non sarà tornata alla piena normalità e le case ricostruite. Con un premier che segue ogni iniziativa passo dopo passo e che, come ha affermato Guido Bertolaso, “parla in termini tecnici meglio del capo della Protezione Civile”.
on. Antonio Palmieri
responsabile nazionale internet il Popolo della Libertà
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