Il Pentagono dice stop al programma di sviluppo dell’ elicottero presidenziale, l’ US101 targato Lockeed Martin e AgustaWestland (Finmeccanica). Pur affermando che di un nuovo elicottero presidenziale “c’ è senza dubbio bisogno”, il ministro della Difesa Robert Gates raccomanda di cancellare il programma, che è in ritardo di sei anni, i cui costi sono divenuti insostenibili e il cui rischio è quello di non rispondere alle potenzialità richieste.
Di concerto con la Casa Bianca si deciderà la strada da seguire: non sembrerebbe esclusa la possibilità di indire una nuova gara che, comunque, comporterebbe il versamento di penali a favore della società americana e di quella italiana “tali da compensare l’ annullamento del contratto attualmente in corso”, precisa Finmeccanica in una nota.
L’ ipotesi di cancellazione del programma VH-71 da parte dell’ amministrazione Obama è “solamente un primo passo di un processo di budget particolarmente complesso e non ci saranno impatti per il Gruppo dal punto di vista economico – finanziario”, precisa Finmeccanica, secondo la quale lo stop non è in alcun modo legato alle caratteristiche tecniche della macchina (la cui eccellenza in termini di prestazioni non è mai stata in discussione), né al costo della stessa, assolutamente competitivo. Possono aver influito gli incrementi derivati dalle richieste relative ai particolarissimi sistemi ed equipaggiamenti di bordo richiesti dal cliente”.
“I conti del gruppo non subiranno impatti dalla cancellazione – aggiunge la holding di aerospazio e difesa – in quanto “il valore dell’ Increment 2 non era stato incluso nell’ attuale budget di Finmeccanica e nei piani pluriennali che sono stati redatti ipotizzando l’ assenza di questo contratto. Non vi sono quindi variazioni delle guidance economico – finanziarie comunicate al mercato”.
“Raccomando lo stop dell’ elicottero presidenziale VH – 71. Questo programma in origine era pensato per fornire 23 elicotteri al costo di 6,5 miliardi di dollari. Oggi il programma ha una stima di costi oltre i 13 miliardi di dollari, è in ritardo di sei anni, e corre il rischio di non poter fornire le capacità richieste”, ha spiegato Gates, sottolineando che “alcuni hanno suggerito l’ acquisto dell’ opzione Increment One, quella con requisiti minori. Io credo che questa non sia né consigliabile né conveniente. Gli elicotteri Increment One non rispondono ai requisiti richiesti e hanno una vita stimata in soli 5 – 10 anni”, cioè decisamente inferiore a quella della flotta attuale che ha una durata di 30 – 40 anni.
Il contratto per l’ Increment 1, “era stato acquisito nel gennaio del 2005 al valore di circa 3,7 miliardi di dollari (di cui circa 1 miliardo, come quota di competenza di Finmeccanica attraverso la sua controllata AgustaWestland). Questo contratto – spiega la società italiana – prevede lo sviluppo di 9 elicotteri (8 già consegnati) di cui 5 Pilot – production e 4 Test Vehicle e ha validità fino al 2011. Il Congresso ha già autorizzato la copertura finanziaria per l’ Increment 1”. Il Pentagono svilupperà in fretta opzioni per un programma alternativo, destinato a venir finanziato nell’ anno fiscale 2011.
I costi dell’ elicottero presidenziale sono quasi raddoppiati dalla firma della commessa in seguito a una serie di richieste di sicurezza avanzate dalla Marina militare e dal Secret Service, l’ agenzia che si occupa della sicurezza del presidente. L’ annullamento del contratto per ragioni di costo da parte del Pentagono dovrebbe ora prevedere il versamento di forti penali alle aziende produttrici: secondo le stime di alcuni osservatori, l’ ammontare delle penali potrebbe essere di poco inferiore al valore della commessa stessa.
Il dossier Marine One passa ora al Congresso dove rischia di dar vita, come avvenuto nel 2005, a una battaglia tra senatori e deputati degli Stati dove risiedono da una parte Lockheed e Agusta e Sikorsky dall’ altra. Per questo Gates ha chiesto a Capitol Hill di superare gli interessi campanilistici a favore del bene comune. Ciò nonostante alcune raccomandazioni “siano destinate a sollevare contraddittori e polemiche”.