Silvio Berlusconi ha presentato ieri il piano casa alle Regioni. Il presidente del Consiglio ha sottolineato gli effetti del progetto: se solo il 10% delle famiglie proprietarie di mono o bifamiliari facesse lavori di ampliamento, si attiverebbero dai 50 – 60 miliardi di giro di affari. Ma lo scontro politico sul progetto non si placa. Dopo il no delle Regioni all’ ipotesi decreto slitta il piano del governo.
“È prevalente trovare un accordo”, ha detto il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi sul piano casa riferendosi alla decisione di andare avanti con il tavolo tecnico fino a martedì, facendo slittare in Cdm l’ esame del provvedimento. “Due o tre giorni – ha detto Fitto – non sono determinanti al fine del provvedimento; è molto più importante che si giunga ad una piattaforma comune”. Gli enti locali non escludono un accordo sul piano casa. Vasco Errani (Regioni) e Leonardo Domenici (Anci) apprezzano l’ intento del Governo di varare un provvedimento anticiclico e, dopo il no alla bozza di decreto legge, ora dicono: “Siamo sul binario giusto”. Il ministro Fitto conferma la volontà di trovare una soluzione condivisa entro martedì.
Dal partito democratico è arrivato un nuovo niet all’ iniziativa dell’ esecutivo. “Questo non è un piano casa, è un decreto cementificazione che prevede che dappertutto, in deroga ai piani regolatori nei centri storici come sulle coste, si possa costruire in modo privo di regole. Così proprio no”, ha commentato Dario Franceschini. Il leader del Pd ha ammesso che esiste un problema vero di far ripartire l’ edilizia o di avere tempi più brevi per il rilascio delle concessioni dell’ edilizia, quindi meno burocrazia sì, ma non far scomparire tutti i vincoli. Il ministro per l’ Attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, ha respinto le critiche del Pd.
Il leader della Cisl Raffaele Bonanni, che condivide la linea del governo, ha insistito però sulla necessità che si arrivi a un accordo interistituzionale tra governo e regioni. In favore del piano si è schierato anche Luigi Angeletti: “Il peggio non è passato”, occorre mettere in campo ogni intervento possibile a sostenere le aziende e i posti di lavoro, compreso il piano casa se è in grado di sostenere l’ azienda Italia accelerando i tempi per avviare nuovi investimenti, ha commentato il segretario generale della Uil.
La Cgia di Mestre ha stimato che il piano casa porterà 745.000 nuovi posti di lavoro. Per Confartigianato, invece, i posti in più nelle piccole e medie imprese sarebbero 100.000. Ma da Federparchi è arrivato un allarme. Il presidente Giampiero Sammuri ha espresso preoccupazione per le conseguenze che le nuove norme potrebbero avere su tutti i territori delle aree protette e sulla credibilità degli strumenti di pianificazione e gestione adottati dai parchi. Il ministro per le Riforme, Umberto Bossi, ribadisce che prima di varare il piano casa bisogna trattare con le Regioni. “Ieri sera l’ ho detto a Berlusconi che molte Regioni, ad esempio la Lombardia, hanno già il loro piano casa. Meglio trattare con loro e trovare l’ accordo, così si evitano scontri”, ha detto il leader della Lega parlando con i giornalisti alla Camera. A chi gli domandava se il piano casa andrà al prossimo Consiglio dei ministri e se sarà un decreto, Bossi ha risposto: “Prima si trovi l’ accordo con le Regioni”.