“Un po’ di emozione c’ è nel riprendere la parola dopo dieci mesi dall’ ultima volta per rivolgermi al mio partito e ai milioni di italiani che nel corso degli anni ci hanno dato questa fiducia”. Con queste parole, Gianfranco Fini ha aperto la sua relazione nella seconda ed ultima giornata del congresso di Alleanza Nazionale. Un “sentimento naturale”, ha proseguito il leader di An, “perché mi è ben chiaro che se colui che fu segretario del Msi e poi presidente di An può ora essere qui con l’ appellativo di presidente della Camera dei Deputati è unicamente per l’ impegno, la passione, la dedizione e il sacrificio di tutti coloro che per tanti, tanti anni hanno dato tutto senza chiedere assolutamente nulla”.
Allo stesso modo, ha proseguito, “se ci sono tanti ministri che parlano da questo palco lo dobbiamo a questa lunga e bella storia politica, nel senso più alto di questo termine. Devo dire grazie a chi ha sempre tenuto schiena diritta e hanno avuto un grande, grande amore per la propria terra”.
Oggi siamo chiamati a costruire un momento
“Oggi non siamo chiamati a cogliere il momento” come avvenne nel ’94, quando “lo spappolamento della prima Repubblica mise finalmente la destra italiana nella condizione di raccogliere consenso”, oggi “siamo chiamati a costruire un momento; oggi non prendiamo un’ occasione, oggi compiamo una strategia; oggi mettiamo una pietra a decidiamo, noi, coscientemente di farlo, di mettere una pietra in quello che è atto che ha rilevanza non solo per noi, ma per la nostra patria. Oggi ci accingiamo ad un passo non solo solenne e importante per noi, ma per la storia dell’ Italia”.
Con fiducia alla fusione del Pdl
An e Forza Italia possono guardare “con fiducia alla fusione del Pdl perché i valori sono gli stessi, sono quelli del partito popolare europeo. Sono i valori che sono capaci di dare risposte alle ansie dell’ Europa e dell’ occidente” dice il presidente della Camera nel suo intervento.
Quindici anni con un unico filo conduttore: la volontà di costruire un’ Italia nuova
Quindici anni di alleanza tra An e Forza Italia, di rapporto con Silvio Berlusconi, “con un unico filo conduttore: la volontà di costruire un’ Italia nuova”. Sono quelli che Gianfranco Fini racconta davanti al congresso di An, sottolineando come, da Fiuggi in poi, il partito che oggi si scioglie ha vissuto alti e bassi, ma con una linea strategica orientata verso un solo obiettivo: quello di costruire una alleanza nazionale, un’ alleanza tra gli italiani”. Proprio quell’ obiettivo che oggi si realizza. Fini ricorda come An abbia privilegiato le alleanze sulle spinte a isolarsi, a scegliere l’ identità, abbia scelto l’ intesa con Fi in nome dell’ Italia nuova che si intendeva costruire.
“Siamo stati per 15 anni con Forza Italia nella buona e nella cattiva sorte – aggiunge – e Berlusconi è stato tutt’ altro che una meteora, il leader di un partito di plastica. Egli ha rimesso in moto la democrazia dell’ alternanza e poi il tempo è galantuomo, sono gli elettori che danno e tolgono le patenti”. Il leader di An rivendica che, nei 15 anni di alleanza con Fi, non è mai accaduta una rottura insanabile, come invece è capitato ad altri. Ma c’ è stato un lungo cammino comune, pur fatto anche di polemiche e incomprensioni. E questo perché l’ alleanza nasce dalla base, dagli elettori.
Nel Pdl no al pensiero unico
Il Pdl dovrà essere un partito ampio, plurale, inclusivo, unitario. Ma unitario non vuol dire un partito a pensiero unico, c’ è una contraddizione tra pensiero unico e popolo della libertà, perché col pensiero unico manca la libertà. Lo dice Gianfranco Fini nel suo intervento al congresso di An. “Il Pdl – dice ancora Fini – non potrà essere un partito di destra: certi valori di destra dovranno dare il lievito al nuovo partito, saranno un valore aggiunto”.
La nostra società, tra dieci anni, sarà multietnica e multireligiosa
Gianfranco Fini parla di immigrazione e dice che il Pdl dovrà confrontarsi con questi problemi andando oltre la logica, pur giusta, di chi vuole più ordine e sicurezza e chiede l’ espulsione del clandestino. “Una società multirazziale porrà problemi del tutto nuovi sul piano dei diritti. Ed è evidente che se noi parliamo del primato della persona umana, non puoi discriminare qualcuno perché è immigrato, anche se è clandestino. Più in generale, la società multietnica nel cuore del mediterraneo pone il problema del confronto con l’ Islam; e non credo che il pdl debba favorire l’ intesa basata sul ripudio della superiorità e del fondamentalismo”.
Il Pdl ha un leader che è Berlusconi
“Il Pdl ha un leader che è Berlusconi ed è di tutta evidenza, dopodiché Berlusconi stesso sa perfettamente che una leadership forte e riconosciuta non può in alcun caso essere il culto della personalità”. È un passaggio dell’ intervento di Gianfranco Fini. “Un conto è essere leader, un conto è pensare che solo il leader può dare contributo di idee, di impegno, di soluzioni politiche, di sintesi”, ha aggiunto.
La legislatura deve essere “costituente”
Il nostro sistema istituzionale è superato, occorre che la legislatura sia “costituente“. Ma la riforma non può prevedere un Parlamento al quale si chieda di “non disturbare il manovratore“. Ci dovranno essere “magari meno leggi, ma ci dovrà essere più controllo“. Dice Gianfranco Fini al congresso di An, e chiede di riformare “il bicameralismo perfetto, perché non ci possiamo permettere due Camere con gli stessi poteri“.
“Oggi finisce An, nasce il Pdl, continua il nostro amore per l’ Italia”
Gianfranco Fini conclude così il congresso di scioglimento di Alleanza Nazionale. E cita uno slogan “della nostra gioventù”: “Se si ha paura, vuol dire che o non valgono nulla le idee in cui si crede o non vale nulla chi ha paura“. Nel Pdl, aggiunge, “entri chi ci crede”.