Formigoni: occorre accelerare i tempi di attuazione del federalismo, in particolare di quello fiscale

di isayblog4 27 views0

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I cinque anni preventivati sono troppi, soprattutto alla luce della crisi economica. “Il sistema Lombardia, al pari del sistema Italia, non può vivere con l’ incognita del federalismo che verrà”. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigni, aprendo ieri a Milano i lavori del Seminario – Cenacolo su “Federalismo fiscale, autonomia, organizzazione, responsabilità, solidarietà”, organizzato dal Centro Studi giuridici per l’ integrazione europea “Diritti e libertà”, alla presenza, tra gli altri, di Francesco Verusio, presidente del Centro Studi, Giuseppe Grechi, presidente Corte d’ Appello di Milano, Vincenzo Carbone, primo presidente della Corte di Cassazione, Antonio Martone, sostituto procuratore generale presso la Cassazione, Giacomo Caliendo, sottosegretario di Stato alla Giustizia.

“Dopo l’ approvazione della legge delega da parte della Camera – ha detto il presidente lombardo – il Governo avrà 12 mesi per emanare il primo decreto e altri 12 per quelli successivi. Il periodo transitorio per l’ entrata a regime della riforma è stato fissato in 5 anni sia per le Regioni sia per gli enti locali. Si tratta di un tempo che deve essere ridotto quanto più possibile soprattutto alla luce degli scenari preoccupanti indicati da Banca Italia: di fronte all’ ipotesi di una flessione di due punti di Pil nel 2009, un lustro è un lasso temporale per così dire infinito”.

Riforma necessaria
Nella sua relazione, Formigoni ha approfondito le ragioni e modalità del federalismo fiscale di cui, a suo avviso e sulla base dell’ esperienza lombarda, l’ Italia ha bisogno. Innanzitutto il federalismo fiscale è necessario nel contesto dei processi di globalizzazione, i quali “evidenziano come le realtà territoriali (Regioni, città, distretti, sistemi e filiere di impresa) possono e devono giocare un ruolo sempre più importante nella definizione delle politiche di sviluppo”. E altrettanto necessario è il federalismo alla luce delle prospettive dell’ Unione europea, che ha fatto passi in avanti “riconoscendo il ruolo delle autonomie locali”.

Formigoni ha citato l’ esempio del “forte coinvolgimento delle Regioni nelle principali politiche comunitarie, a partire dall’ impiego dei fondi strutturali. Qui per la prima volta, grazie anche al ruolo determinante di Regione Lombardia, è stato possibile indirizzare 2,6 miliardi del Fondo sociale europeo agli ammortizzatori sociali, consentendo di arrivare al target di 8 miliardi ipotizzato dal Governo italiano”.

Riforma possibile
Il federalismo è, dunque, una riforma necessaria, ma per diventare davvero possibile deve essere declinata, secondo Formigoni, secondo tre principi: solidarietà unita all’ efficienza; responsabilità nella gestione dei tributi; premialità per le istituzioni virtuose. Per il presidente della Lombardia, la solidarietà non deve trasformarsi in fattore di inefficienza. Un fondo di perequazione tra le Regioni è giusto, ma le prestazioni e i servizi essenziali erogati, per esempio nella sanità, devono avere un costo standard, non un costo variabile che copra spechi e inefficienze. E vanno previsti meccanismi che premino quelle realtà che riescono a fornire ai cittadini servizi di quantità e qualità elevata senza aumentare la pressione fiscale, ma appunto sulla base di un miglioramento dell’ efficienza.

Riforma positiva per Nord e Sud
“Avvicinare il governo della cosa pubblica ai cittadini – ha osservato Formigoni – servirà ad aumentare il controllo da parte dei governati sui governanti, a stimolare la responsabilità di questi ultimi e a promuovere la gestione oculata della leva fiscale: questi sono benefici del sistema istituzionale federalista che riguarderanno sia le Regioni più sviluppate sia quelle meno sviluppate. Anche perché il federalismo favorirà la capacità di Regioni ed Enti locali di attrarre con il buon governo capitali, imprenditori e altre risorse. In definitiva, l’ attuazione di questa riforma è un’ occasione storica straordinaria anche per il Meridione”.

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