Mario Monti ha illustrato al Presidente della Repubblica le misure che prevedono un decreto legge urgente. Durante l’incontro si è fatto il punto sull’iter della manovra e sul malcontento che vari settori parlamentari hanno espresso per il mancato accoglimento di alcune proposte di modifica. Napolitano è preoccupato, naturalmente, ma concorda con il governo sulla necessità di chiudere questa prima fase dell’esecutivo per mettere in sicurezza la credibilità dei conti pubblici.
In un secondo tempo si passerà ad altre misure che daranno la priorità alla crescita, all’occupazione, alle riforme necessarie per aumentare la competitività e riequilibrare alcuni pesi sociali. Napolitano ha fiducia nella manovra, ma pensa anche all’attuale situazione carceraria quanto mai precaria. In proposito il ministro della Giustizia Paola Severino ha messo a punto i primi provvedimenti per un decreto legge che avrà un effetto immediato.
Tremilatrecento detenuti, condannati per i reati meno gravi e che devono scontare ancora meno di diciotto mesi, potranno scontare la pena residua agli arresti domiciliari. Altri usciranno le carceri e godranno della cosiddetta “messa in prova” finora riservata ai minorenni. Non ci sarà il braccialetto elettronico, ma il governo pensa già a introdurlo successivamente, dopo ulteriori valutazioni costi-benefici.
Il presidente del Consiglio Mario Monti, intanto, sceglie di porre alla Camera la fiducia sul testo del decreto “salva-Italia” approvato dalle Commissioni. Dopo le dichiarazioni sul voto di fiducia e il voto, sono previste le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento che tornerà al Senato per il via libera definitivo.
Silvio Berlusconi si è dichiarato favorevole al voto del Pdl ed ha spiegato: “In un’emergenza si tratta di scegliere il male minore. Se votassimo no al provvedimento presentato da Monti e che siamo riusciti a cambiare in molti punti e creeremmo un danno al Paese molto superiore all’approvazione di questo decreto che contiene molte disposizioni che potremo sicuramente cambiare in futuro quando gli italiani ridessero a noi il governo del Paese”.
Anche il Pd sembra essersi calmato. Pier Luigi Bersani ha chiarito infatti ai suoi: ”Votare contro la manovra a questo punto sarebbe un voto contro la linea del Pd. Garantisco che mi impegnerò in prima persona in una battaglia per rendere più equi i provvedimenti del governo, inclusi quelli di questa manovra, a partire dall’eliminazione della penalizzazione pensionistica ai lavoratori precoci. Bisogna avere fiducia perché quello che il Pd non ha ottenuto fin qui, lo otterrà in futuro”.