Il Pdl ha ormai in tasca la vittoria nelle elezioni regionali abruzzesi: quando mancavano all’appello poche centinaia di sezioni il responso dei seggi vedeva Gianni Chiodi in vantaggio di circa sette punti percentuali sul rivale Costantini, sostenuto dal centrosinistra. Da segnalare il dato estremamente negativo relativo all’affluenza: ha votato solo il 52,98% degli aventi diritto contro il 68,58% delle elezioni del 2005. Un calo di quasi 16 punti percentuali.
Il candidato del Pdl in netto vantaggio. Secondo i dati del Viminale, dopo lo scrutinio di 1.432 sezioni su 1.625, Gianni Chiodi, candidato del partito di Silvio Berlusconi, era in testa con il 49,32% delle preferenze. Carlo Costantini (esponente dell’Idv, candidato dal centrosinistra) insegue con il 42,40%.
Sale l’Idv, cala il Pd, costante il Pdl. Per quanto riguarda i partiti, PdL costante, Idv in forte crescita, Pd in calo. Dopo lo scrutinio di 267 Comuni su 305 il Pdl era al 35,86% (aveva preso il 38,2% alle politiche dalla primavera scorsa) e l’Italia dei Valori era salita al 14,83%, oltre dieci punti in più delle politiche (4,3%), mentre il Pd perdeva oltre 13 punti percentuali, scendendo dal 33,7% al 20,12%. Questi partiti, assieme alla lista “Rialzati Abruzzo” (6,95%), collegata al centrodestra, e a Prc (2,78%) entrerebbero nel nuovo Consiglio regionale. Cambia anche il volto del Consiglio regionale: di 19 partiti ne entreranno appena cinque: Pdl e “Rialzati Abruzzo” per il centrodestra, Pd, Idv e Prc. Dovrebbe farcela l’Udc (5,46%) che deve superare lo sbarramento del 5 per cento previsto per partiti non collegati a coalizioni.
Veltroni: c’è malessere anche verso di noi. «I dati dell’astensionismo sono impressionanti: ha votato il 20% dei cittadini in meno»: così Walter Veltroni, concludendo l’assemblea regionale dei circoli del Pd del Lazio, ha commentato l’esito delle elezioni abruzzesi. «Questo vuol dire che – ha proseguito – c’è malessere, c’è critica anche nei nostri confronti. Noi dobbiamo saper fare di più per la moralizzazione della vita pubblica. Dobbiamo saper essere severi con noi stessi per poter essere severi con gli altri». Sulla questione della moralizzazione della vita pubblica, Veltroni ha aggiunto: «Io preferisco pagare un prezzo elettorale subito che compromettere la costruzione di un partito riformista necessario al Paese».
Berlusconi: la sinistra paga la sudditanza verso Di Pietro. «La sinistra ha pagato il prezzo della sua sottomissione a Di Pietro»: sarebbe questo il commento del premier Silvio Berlusconi alla luce dei risultati che vedono nettamente in testa Gianni Chiodi nella corsa alla presidenza della Regione Abruzzo. Berlusconi non parla, ma a chi ha parlato con lui nelle ultime ore non avrebbe nascosto tutta la sua soddisfazione per il risultato conseguito. Il presidente del Consiglio sarebbe convinto che la sconfitta del centrosinistra sia legata alla «sudditanza» del Pd all’Idv. Il Cavaliere, dicono fonti della maggioranza, è rimasto colpito dal forte astensionismo, ma non più di tanto, visto che dovrebbe essere concentrato soprattutto a sinistra. L’astensionismo, avrebbe detto il leader del Pdl, va compreso e non strumentalizzato. La miglior risposta alla scarsa affluenza, sarebbe stato il ragionamento di Berlusconi, è quella del buon governo.
Il Pd verso la rottura con Di Pietro. La sconfitta era messa nel conto, così come il fatto che il Pd sarebbe stato punito dopo la vicenda Del Turco. A bruciare, in casa Pd, sono le proporzioni della disfatta e il successo di Di Pietro. Si apre quindi tra i Democratici un dibattito sul tipo di opposizione e sull’efficacia dell’alleanza con l’Idv: il tutto sfocerà nel chiarimento di venerdì in direzione. Di Pietro, dal canto suo individua le responsabilità della sconfitta nei partiti «che non sono né carne né pesce, che dicono “ma anche” e che non si decidono e vengono puniti». Il leader del Pd, in ogni caso, difficilmente sarà disposto a fare mea culpa, convinto della necessità di accentuare la piattaforma innovatrice e riformista dei democratici. «Va bene il dibattito – avverte Veltroni in vista della conta di venerdì – ma certe volte la mia sensazione è quella della tela di Penelope. Non può accadere che i dirigenti del centrosinistra appaiano impegnati nelle “‘Baruffe chiozzotte”: serve un segnale di unità e coesione». Per quanto riguarda l’alleanza con Di Pietro, aprono una riflessione dirigenti del partito come Giuseppe Fioroni e Paolo Fontanelli, impegnati a ridimensionare il successo dell’ex pm. «Il Pd in Abruzzo – dice Fioroni – è sopra il 20%, è il primo partito della coalizione. L’unico rammarico è che se ci fosse stato l’accordo con l’Udc avremmo vinto». Alleanza da sempre privilegiata da Marco Follini che dall’Abruzzo ricava due moniti, l’astensionismo e «il costo politico dell’alleanza con Di Pietro», sulla quale bisognerà riflettere «molto attentamente». Oggi, comunque, l’aria che tira tra il Pd e Di Pietro sembra tornata ai toni da prima della tregua da campagna elettorale. «Noi abbiamo rilanciato la questione morale e in Abruzzo abbiamo quintuplicato il nostro risultato» esulta il leader Idv, che accusa il Pd di «ambiguità» sulla moralità e di essere «né carne né pesce». Baldanza che dal Pd ridimensionano subito: «Costantini ha preso meno voti dei partiti che lo sostengono, avvantaggiando l’Idv ma non l’intera coalizione e anche questo sarà oggetto di riflessione sul futuro», assicurano il responsabile Enti Locali Paolo Fontanelli ed il portavoce Andrea Orlando.
Costantini: qualcuno dovrà fare un esame di coscienza. «Se la forbice sarà stretta tra le listre, qualcuno dovrà fare un esame di coscienza» ha detto il deputato Idv e candidato del centrosinistra in Abruzzo, Carlo Costantini. «Io sono sempre stato al fianco del Pd e dei suoi big – ha detto – perché io sono alternativo al centrodestra. Se verranno confermate le anomalie, allora dovranno essere interpretate…».
Del Turco verso il Pdl. Intanto Del Turco potrebbe passare al Pdl e candidarsi con il partito del premier. «Sembra che qualche esponente del rango di Cicchitto e Sacconi stia pensando, effettivamente, a me», ha detto l’ex presidente della Regione.
«Vespa vuole cancellare il Pd da Porta a Porta»: così Andrea Orlando, portavoce del Pd che in una nota dice che «per commentare i risultati elettorali dell’Abruzzo questa sera Vespa ha messo in piedi una trasmissione escludendo dagli ospiti in studio il Pd». «Da tempo ormai il governo e la maggioranza cercano di imporre mediaticamente, e non solo, l’idea di un bipolarismo Pdl contro Di Pietro. L’alternativa, in Italia, è evidentemente tra il Pdl e il Pd. Sarebbe bene – conclude Orlando – che il servizio pubblico rispettasse, quando si affrontano temi elettorali, la reale geografia delle forze politiche italiane».
Nel 2005 la vittoria andò al centrosinistra: la coalizione era guidata da Ottaviano Del Turco, che ottenne circa il 58,22% dei consensi contro il 40,95% del controdestra guidato da Giovanni Pace. Il voto anticipato è dovuto al terremoto giudiziario che ha portato, nel luglio scorso, all’arresto del governatore Ottaviano Del Turco nell’ambito dell’inchiesta per le tangenti nella sanità abruzzese.