Il Papa è arrivato a Berlino per la sua prima visita ufficiale in Germania.
Il discorso del Pontefice davanti al parlamento tedesco è stato accolto con un minuto e mezzo di applausi dai parlamentari in piedi. Il Papa alla fine del lungo applauso, ha detto: “Servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia è e rimane il compito fondamentale del politico. Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale”.
Il Papa prosegue: ”Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto. Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia. Come dice Sant’Agostino: “Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?”.
“Noi tedeschi – ha sottolineato ancora il Papa – sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere del diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto: era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio”.
“Nella storia – dice – gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso: sulla base di un riferimento alla Divinità si decide ciò che tra gli uomini è giusto. Ma contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla società un diritto rivelato, un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto, ha rimandato all’armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un’armonia che però presuppone l’essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio”.
Secondo Benedetto XVI, “per lo sviluppo del diritto e per lo sviluppo dell’umanità è stato decisivo che i teologi cristiani abbiano preso posizione contro il diritto religioso, richiesto dalla fede nelle divinità, e si siano messi dalla parte della filosofia, riconoscendo come fonte giuridica valida per tutti la ragione e la natura nella loro correlazione, una scelta che aveva già compiuto san Paolo per il quale ciò che la Legge esige è scritto nei cuori”.
Ratzinger ha spiegato il principale obiettivo del suo ritorno da Papa in Germania: “Quando ho accettato l’invito a compiere questo viaggio era per me evidente che l’ecumenismo con i nostri amici evangelici deve essere un punto forte, un punto centrale. Viviamo in un tempo di secolarismo, nel quale i cristiani insieme hanno la missione di rendere presente il messaggio di Dio, il messaggio di Cristo, di far possibile credere, andare avanti con queste grandi idee, verità e perciò l’essere insieme tra cattolici ed evangelici è un elemento fondamentale per il nostro tempo”.
Secondo la tradizione di ogni viaggio internazionale, il Pontefice ha inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano prima di partire per la Germania un telegramma nel quale esprime “l’auspicio di un sempre più intenso rinnovamento etico per il bene della diletta Italia”, “auspicio” indirizzato al capo dello Stato e “all’intero popolo italiano”, insieme con un “cordiale saluto”.
Benedetto XVI, “Compito dei politici servire il diritto”
di 23 Settembre 2011 00:00 176 views0