Manovra, verso nuova fiducia senza modifiche

di isayblog4 21 views0

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La manovra economica va verso la prevedibile fiducia senza ammettere modifiche.
Silvio Berlusconi: ”Non c’è spazio per cambiare, non credo – ha detto – Avremo saldi sicuri e manderemo in pareggio il bilancio”. Qualche ora dopo l’asta dei Bot a un anno registrava un preoccupante balzo dei rendimenti (al 4,153% dal 2,959% dell’asta di fine agosto) e il testo della manovra, senza nessuna modifica, usciva dalla Commissione Bilancio per approdare all’aula dove è iniziata la discussione generale.

Mentre in aula proseguiva la discussione, davanti a Montecitorio un gruppo di Cobas ha continuato a protestare contro i tagli che, sommati a nuove tasse, secondo le organizzazioni dei consumatori costano 2.031 euro per famiglia a partire dal 2014. Intanto a Milano Piazza Affari chiudeva con un calo del 3,89% mentre il differenziale fra il Btp decennale e il Bund tedesco sfondava i 380 punti nonostante stiano continuando anche questa settimana gli acquisti di titoli di Stato italiani da parte della Bce. Lo scetticismo dei mercati non lascia molti margini alle modifiche.
Roberto Calderoli, sulla blindatura del testo ha così commentato: ”Sono convinto che il decreto legge 138 ha avuto una valutazione positiva dall’Unione Europea. Questa manovra è quella più sostenibile. E gli sforzi dell’Italia sono stati a suo giudizio superiori a quelli di Spagna e Grecia”.
Opposizione, sindacati, i giovani di Confindustria hanno reso pubblica una lettera inviata l’8 settembre al presidente Napolitano dove esprimono ”Il loro disagio nel vedere un Paese incapace di affrontare il presente e costruire il futuro, guidato da una politica non attenta alla crescita”.
Il sindaco di Torino Piero Fassino: ”Questa manovra è un pasticcio istituzionale. Prima ancora che per l’inadeguatezza delle misure evidenzia da parte del governo l’assenza di riconoscimento per il ruolo e le funzioni che i Comuni svolgono”.
L’Idv: ”La manovra mette a rischio la coesione sociale e senza coesione sociale non si possono mettere in campo politiche industriali di ripresa. La mancata crescita è il vero problema dell’Italia. Oggi i dati sulla produzione industriale sono stati un’altra doccia fredda: a luglio si è registrato un dello 0,7% su giugno e dell’1,6% sul luglio 2010. Si tratta del primo calo tendenziale dal dicembre 2009”.
Il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere spiega: ”La diminuzione della produzione in settori industriali rilevanti del nostro Paese è la dimostrazione concreta che una manovra fatta di soli tagli affossa l’economia nazionale che avrebbe invece bisogno di stimoli per potersi riprendere”.

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