Ho avuto questa mattina un ricco ed interessante scambio di vedute sulle prospettive della pace in Medio Oriente e nel continente africano con il Segretario Generale della Lega degli Stati Arabi, che desidero ringraziare per la calorosa accoglienza che mi ha riservato, e che avevo già avuto il piacere di incontrare a Roma due volte in meno di un anno.
Tra Italia e mondo arabo esiste una lunga tradizione di storia, fatta di relazioni e reciproche influenze che affondano le loro radici nella consapevolezza della comune appartenenza al Mediterraneo, alla sua storia, alle civiltà che in esso si sono intrecciate e susseguite. Questa è stata e rimane una costante della politica estera italiana, che si conferma largamente condivisa nel nostro Parlamento e che nulla può oscurare o indebolire.
Anche per questo sono stato lieto di rivolgere un breve intervento dinanzi al Consiglio della Lega : per testimoniare gli eccellenti rapporti dell’Italia con l’Organizzazione e con gli Stati che la compongono e per rendere omaggio agli sforzi che, soprattutto negli ultimi anni, essa ha mostrato a favore della mediazione tra le parti e della moderazione.
Grande è l’apprezzamento dell’Italia per il ruolo di primo piano svolto dalla Lega Araba negli scenari di crisi nella Regione, sia sullo scacchiere mediorientale che su quello africano.
Un particolare riferimento va al Libano, dove l’Italia è direttamente impegnata nel quadro della missione UNIFIL con oltre 2.400 militari al servizio della pace, e dove la paziente mediazione condotta dalla Lega Araba, ed in prima persona dal suo Segretario Generale, Amr Moussa, ha contribuito al raggiungimento dell’Accordo di Doha così da sbloccare un pericoloso stallo politico ed istituzionale che perdurava da troppo tempo.
Ma penso anche, con altrettanta convinzione, al contributo di grande portata che la Lega Araba potrà dare, perseguendo anche una maggiore coesione interna, per la soluzione di altre delicate crisi regionali e per la diffusione di una cultura di pace.
Una soluzione equa, soddisfacente per tutte le parti e duratura, della questione israelo-palestinese è essenziale per le prospettive di sviluppo e stabilità dell’intera Regione.
Ed egualmente le drammatiche emergenze in Darfur, il Sudan, la Somalia, l’Iraq, devono superarsi nella pace.
Il mondo ha bisogno di un maggior contributo dei Paesi arabi ed africani a sostegno di una prospettiva di dialogo e di stabilità all’interno delle loro stesse aree geografiche.
Questa è la convinzione della Unione Europea. L’Europa attribuisce grande importanza alle sue relazioni transatlantiche ma ha e deve mantenere un suo profilo distinto nel rapporto con il mondo Arabo. L’Europa ha sempre espresso e deve continuare ad esprimere una sua particolare vocazione all’amicizia con gli Stati e i popoli arabi.
Prezioso è l’apporto che la Lega può dare allo sviluppo della collaborazione Nord-Sud, al dialogo tra culture diverse, alla comprensione tra mondo arabo ed Occidente e in primo luogo alla cooperazione euromediterannea. Questa cooperazione si apre ora alla nuova prospettiva dell’Unione per il Mediterraneo. Sono convinto che la Lega Araba debba veder riconosciuto pienamente il suo ruolo come partner dell’Unione per il Mediterraneo partecipando a tutte le sue attività.
Su queste basi l’Italia intende continuare ad impegnarsi per approfondire ulteriormente lo scambio di informazioni ed il coordinamento con la Lega degli Stati Arabi.
E’ in questo spirito che, nel febbraio scorso, l’Italia ha firmato con la Lega Araba un Memorandum d’Intesa che prevede l’intensificazione degli scambi di visite ed una cooperazione rafforzata in campo politico, economico e culturale.
Domanda di un giornalista egiziano: Vorrei chiederLe dell’emergenza dei clandestini della quale l’Europa si lamenta molto. Nel contesto Nord-Sud ci possono essere delle soluzioni?
Risposta: “L’Italia è convinta che occorra una politica comune europea di fronte alla sfida dell’immigrazione. E certamente fa parte di una prospettiva di collaborazione amichevole tra Nord e Sud l’apertura delle nostre frontiere a flussi di immigrazione legale, nel momento in cui l’Europa stessa si accinge a combattere più efficacemente il flusso di immigrazione illegale e lo sfruttamento che ne compie la criminalità organizzata”.
Domanda di un giornalista italiano: Lei ha ricevuto una accoglienza calorosa qui. Però sono stati notati, negli interventi dei rappresentanti di Siria e Arabia Saudita, toni molto duri nei confronti degli Stati Uniti e di Israele. C’è qualche commento che vuole fare signor Presidente?
Risposta: “Il commento è molto semplice: non sono venuto solo per parlare. Sono venuto anche per ascoltare, e quel che si ascolta serve a riflettere”.