Buone notizie, in questi giorni, sul fronte degli scomparsi in Siria. Gli eventi che si stanno svolgendo in Siria hanno rinnovato la speranza tra le famiglie di circa 150.000 persone scomparse a causa del conflitto. Alcune famiglie hanno già sperimentato la gioia e il sollievo di essere state riunite ai parenti che erano stati tenuti in detenzione in isolamento. Nei prossimi giorni, speriamo che più prigionieri vengano rilasciati e riuniti alle loro famiglie e che nel lungo periodo i loro diritti alla giustizia e alla verità vengano garantiti.
Gli ultimi aggiornamenti trapelati di recente a proposito degli scomparsi in Siria
Venerdì, mentre le notizie dalla Siria arrivavano ora dopo ora, la Commissione internazionale per le persone scomparse (ICMP) ha tenuto una conferenza all’Aia che ha riunito rappresentanti delle organizzazioni della società civile e delle organizzazioni internazionali che lavorano sulla questione dei siriani scomparsi. Una delle partecipanti, Batoul Karbijha, co-fondatrice dell’associazione Families of Missing Asylum Seekers, ha parlato con eloquenza della necessità che le vittime di sparizione e le famiglie delle vittime raccontino la propria storia. Ha sottolineato che la narrazione di ciò che è accaduto a decine di migliaia di famiglie siriane non dovrebbe essere dettata da altri.
In molti casi, si tratta di una narrazione di resilienza e coraggio di fronte a probabilità inimmaginabili.
Karbijha ha fondato l’associazione dei richiedenti asilo scomparsi dopo la scomparsa di sua sorella Maysoon, scomparsa all’età di soli 20 anni nell’agosto 2014 mentre tentava di attraversare il Mediterraneo dalla Libia all’Italia. Era tra i 170 siriani scomparsi nello stesso incidente e il cui destino rimane sconosciuto.
Karbijha ha sottolineato che le organizzazioni raccolgono dati sui siriani scomparsi da anni, ma che questi sforzi non daranno frutti senza una strategia chiara e concordata tra le diverse agenzie siriane e internazionali. “Quando parliamo di migrazione, sappiamo dove si trovano le fosse comuni; abbiamo dati dalle famiglie, ma non stiamo collegando i dati”.
Alla luce di ciò che è accaduto in Siria, è fondamentale che tutte le parti interessate cooperino. Questa cooperazione consentirà di mettere in atto un processo efficace per le persone scomparse, in grado di affrontare l’enorme numero di casi correlati alla Siria. Un tale processo si avvarrà della scienza genetica e della tecnologia dei database, auspicabilmente all’interno di un nuovo quadro legislativo e istituzionale siriano. Avrà il supporto delle autorità dentro e fuori la Siria e sosterrà lo slancio attraverso il coinvolgimento diretto delle famiglie degli scomparsi.
Tutti sperano ci siano ulteriori svolte sugli scomparsi in Siria.