Care concittadine e cari concittadini questa sera ci stiamo preparando a festeggiare l’arrivo del nuovo anno nella consueta speranza che si aprano giorni positivi e rassicuranti. Naturalmente non possiamo distogliere il pensiero da quanto viene intorno a noi nella nostra Italia nel mondo. Sappiamo di trovarci in una stagione che presenta tanti motivi di allarme e insieme nuove opportunità, avvertiamo angoscia per la violenza a cui sovente assistiamo tra gli stati nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiana, la violenza. Anzitutto la violenza delle guerre di quelle in corso e di quelle evocate e minacciate, le devastazioni che vediamo nell’Ucraina invasa della Russia per sottometterla e annettere l’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini donne uomini anziani di Gaza. Ignobile oltre ogni termine nella sua disumanità la reazione del governo israeliano con una azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe a Gaza moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case respinti da tutti. La guerra, ogni guerra, genera odio e l’odio durerà moltiplicato per molto tempo dopo la fine dei conflitti. La guerra è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali dotati di pari dignità per affermare invece con il pretesto del proprio interesse Nazionale, un principio di diseguaglianza e si pretende di asservire di fruttare si cerca di giustificare questi comportamenti perché sempre avvenuti nella storia rifiutando il progresso della civiltà umana. Il rischio concreto è di abituarsi a questo orrore alle morti di Civili donne bambini come sempre più spesso accade nelle guerre, alla tragica contabilità dei soldati uccisi reciprocamente presentata menando.Vite spezzate, famiglie distrutte, una generazione perduta e tutto questo accade vicino a noi nel cuore dell’Europa sulle rive del Mediterraneo. Macerie non solo fisiche che pesano sul nostro presente e graveranno sul futuro delle nuove generazioni di fronte alle quali si presentano oggi e nel loro possibile avvenire brutalità che pensavamo ormai scomparse oltre che condannate dalla storia. La guerra non nasce da sola, non basterebbe neppure la spinta di tante armi che ne sono lo strumento di morte così diffuse sempre più letali, fonte di enormi guadagni; nasce da quel che c’è nell’animo degli uomini dalla mentalità che si coltiva dagli atteggiamenti di violenza di sopraffazione che si manifestano è indispensabile fare spazio alla cultura della Pace alla mentalità della Pace parlare di pace oggi non è astratto buonismo al contrario è il più urgente e concreto esercizio di realismo. Se si vuol cercare una via d’uscita a una crisi che può essere devastante per il futuro dell’umanità sappiamo che per porre fine alle Guerre in corso non basta invocare la pace, occorre che venga perseguita dalla volontà dei governi anzitutto di quelli che hanno scatenato i conflitti ma impegnarsi per la pace, significa considerare queste guerre una eccezione da rimuovere e non la regola per il prossimo futuro volere la pace
non è neutralità o peggio indifferenza. Rispetto a ciò che accade sarebbe ingiusto e anche piuttosto spregevole perseguire la pace vuol dire respingere la logica di una competizione permanente tra gli stati che mette a rischio le sorti dei rispettivi popoli e mina alle basi una società fondata sul rispetto delle persone per conseguire pace non è sufficiente far tacere le armi. Costruirla significa Prima di tutto educare alla pace coltivarne la cultura nel sentimento delle nuove generazioni nei gesti della vita di ogni giorno nel linguaggio che si adopera dipende anche da ciascuno di noi pace nel senso di vivere bene insieme rispettandosi riconoscendo le ragioni dell’altro consapevoli che la libertà degli altri completa la nostra libertà.
Il discorso di Sergio Mattarella è bello lungo e questa diciamo è la prima parte dedicata alle guerre a cui assistiamo inermi. Un invito ai governi di porre fine a questo orrore che sarà difficile da far valere perché come dice, l’odio generato da tali eventi durerà ancora a lungo.
Vediamo e incontriamo la violenza anche nella vita quotidiana anche nel nostro Paese quando prevale la ricerca il culto della conflittualità piuttosto che il valore di quanto vi è in comune sviluppando confronto e dialogo. La violenza, penso a quella più odiosa, sulle donne. Vorrei rivolgermi ai più giovani ‘Cari ragazzi ve lo dico con parole semplici: l’amore non è egoismo, dominio, malinteso, orgoglio, quello vero è ben più che rispetto e dono, gratuità, sensibilità’
Questa parte è dedicata ai troppi femminicidi avvenuti nel 2023 in Italia. Un accorato appello soprattutto ai giovani che si fregiano di atti ignobili contro le donne ed il consiglio piuttosto di amarle e rispettarle. Il discorso continua per ancora parecchi minuti e nel video soprastante potete trovarlo per intero. Abbiamo riportato le parti che riteniamo fondamentali per quest’anno finito, ma nel discorso ci sono anche messaggi alla Politica invitandola a compiere fatti concreti invece di fare solo sui social, alla collettività per donare un futuro meno incerto ai giovani che si trovano sempre più spaesati, alla sanità che cola a picco, all’intelligenza artificiale che sta portando enormi cambiamenti sia positivi che negativi.
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