La maggior parte delle piattaforme di trading online disponibili per il cliente italiano ed europeo specula utilizzando strumenti finanziari derivati. Si tratta di strumenti sostanzialmente privi di un proprio valore o quotazione; derivano però da prodotti di un mercato sottostante, i quali sì hanno un valore intrinseco e sono soggetti a una variazione nelle quotazioni. Il cliente che specula utilizzando strumenti derivati ha la possibilità di cercare di prevedere cosa avverrà alla quotazione del prodotto sottostante; se la previsione è corretta, o comunque va nella giusta direzione, lo speculatore ottiene una remunerazione.
Le piattaforme di trading in Italia
Le piattaforme di trading che operano nel nostro Paese si occupano quasi esclusivamente di strumenti finanziari derivati. Tra questi quello più utilizzato è solitamente il CDF, Contract For Difference. Lo speculatore non acquista nulla, ma stipula un contratto con la piattaforma che sta utilizzando; la speculazione si basa sulla differenza presente tra il valore della quotazione del bene sottostante, dal momento di apertura del contratto al momento della sua chiusura. Alcune piattaforme offrono ai propri clienti esclusivamente CFD, altre invece propongono anche altri strumenti derivati, così come speculazioni che riguardano i mercati sottostanti. Tra gli strumenti finanziari su eToro troviamo i CFD, ma anche ETF, titoli azionari, criptovalute. Da notare che mentre con il trading su CFD l’investitore di fatto non acquista e non rivende nulla, con gli altri strumenti finanziari si trova a fare una vera e propria compravendita degli asset su cui speculando.
Cos’è un CDF
Abbiamo detto che CDF significa contratto per differenza e che si tratta di un prodotto finanziario derivato. I mercati sottostanti possono essere vari, dal Forex al mercato azionario, dalle materie prime alle criptovalute. Un contratto per differenza ha sempre una durata, che può essere di alcuni minuti così come di vari giorni o settimane. Chi stipula questo tipo di contratto dichiara al broker che in quello specifico lasso di tempo si verificherà un aumento o una diminuzione nelle quotazioni, intendendo quelle sul bene reale del mercato sottostante. Se si prevede una perdita allora si dichiara di andare a short (sostanzialmente si vende il contratto); se si prevede un rialzo si va a long (si acquistano contratti). Si ottiene un profitto se la previsione fatta è quella che effettivamente si verifica per il bene sottostante cui il CFD si riferiva. In pratica si può ottenere un profitto non solo quando la quotazione di un bene aumenta di valore, come avviene nelle compravendite, ma anche nel momento in cui la quotazione diminuisce.
La leva finanziaria
Prodotti finanziari derivati possono beneficiare della leva finanziaria. Si tratta della possibilità di esporsi con pesanti contratti per differenza, pagando però solo una minima parte della somma necessaria. Chiaramente in questi casi se si ottiene un profitto, questo sarà fortemente amplificato. Allo stesso modo però anche il rischio di perdere una quota di capitale molto maggiore rispetto a quanto investito inizialmente. Come avviene in tutti gli investimenti: a una maggiore potenzialità di profitto corrisponde anche un maggiore rischio economico. Chi desidera investire in CFD non ha l’obbligo di utilizzare la leva finanziaria, ci sono poi anche delle piattaforme che offrono questo tipo di opportunità solo ai trader più esperti. Un neofita potrebbe rischiare cifre eccessivamente elevate, senza effettivamente rendersi conto del rischio che sta correndo.
Non solo CFD
Come abbiamo detto, non tutte le piattaforme di trading utilizzano esclusivamente strumenti finanziari derivati per le speculazioni offerte alla clientela. All’interno di un portafoglio di trading numerosi trader preferiscono inserire sia CFD che altri strumenti finanziari, così come una parte di compravendita. Ricordiamo infatti che, nonostante gli strumenti derivati offrano una maggiore remunerazione potenziale, nel caso in cui si svolga una previsione scorretta si perde il capitale investito. Anche se ci sono piattaforme di trading che consentono rimborsano al cliente almeno una quota del capitale investito in una speculazione che non è andata a buon fine, è chiaro che per ottenere una buona remunerazione è spesso necessario avviare numerose attività ogni giorno, avendo successo in una buona percentuale delle stesse. Con la classica compravendita il profitto potenziale può essere meno elevato, ma si ha comunque la certezza di mantenere almeno parte del capitale investito, sotto forma del bene stesso acquistato.
Diversificare gli investimenti
Questo vero e proprio mantra è ormai trito e ritrito, eppure continua a presentarsi tra i consigli per gli investitori. Vale comunque sempre, soprattutto per chi decide di investire con strumenti derivati. In linea generale il consiglio è quello di utilizzare per il trading online sui derivati solo una bassa percentuale del capitale a disposizione, poniamo dal 20 al 40%, a seconda della dose di rischio che si è pronti a correre. Il resto del capitale si può utilizzare per speculazioni più classiche, ad esempio per l’acquisto di titoli azionari o anche in nuovi mercati, come quello delle criptovalute.