In tema di diritti umani, l’Italia è fanalino di coda in Europa. “Il nostro Paese non dispone ancora di un’istituzione nazionale indipendente“. In Italia serve una Commissione nazionale indipendente sui diritti umani. È l’allarme lanciato dall’avv. Barbara Pontecorvo, responsabile per i Diritti umani e le discriminazioni, pubblicato anche su La Stampa il 30 dicembre 2020.
Il Belpaese si ritrova, ad oggi, senza un organismo che difenda i diritti umani a distanza di 28 anni dalla risoluzione 48/134 dell’Assemblea Generale dell’ONU che dal 1993 raccomanda ai Paesi di costituirne uno.
L’Italia senza un organismo a tutela dei diritti umani: la situazione in Europa
A dispetto dell’Italia, nel mondo sono 114 i Paesi che hanno istituito organismi nazionali indipendenti il cui ruolo di sensibilizzazione e di impulso è determinante. Un organismo nazionale indipendente dà maggiori e migliori possibilità di accedere a strumenti di protezione legale a coloro che subiscono una violazione dei diritti fondamentali.
In Europa soltanto Italia, Estonia, Malta, Romania e Repubblica Ceca risultano inadempienti agli impegni della risoluzione dell’ONU 48/134. Fino a marzo 2020, l’Italia ha ricevuto 45 raccomandazioni per creare un’istituzione nazionale di tutela dei diritti umani.
Nonostante le pressanti raccomandazioni da parte di organismi di monitoraggio internazionali, l’Italia risulta inadempiente. Continua ad esserlo in un momento di crisi economica innescata dalla pandemia che porta ad un aumento delle discriminazioni e delle diseguaglianze.
I diritti fondamentali sono in pericolo: sollecitare il Parlamento
Mentre aumentano le discriminazioni di genere e di etnia, i fenomeni di razzismo e le condizioni carcerarie disumane, continua a mancare una proposta di legge per l’istituzione di una Commissione nazionale indipendente. Manca da 7 legislature.
I diritti fondamentali sono in pericolo, gravemente minacciati, in Italia come in Europa. Potenziare gli strumenti di tutela nazionali può garantire a tutti maggiore protezione.
E’ necessario sollecitare il Parlamento ad approvare un testo di legge.
L’adozione del Testo Unificato arenato alla Camera
Un progetto di legge sull’istituzione di un organismo nazionale indipendente sui diritti umani risulta ancora bloccato (o seppellito?) alla Camera. L’iter parlamentare deve essere riavviato in Commissione e concluso.
“La lentezza con cui il Parlamento porta avanti gli impegni presi a livello internazionale danneggia l’autorevolezza e credibilità del nostro Paese, soprattutto se si parla di libertà fondamentali e diritti umani” particolarmente compromessi in questo periodo di crisi.
L’iter parlamentare arenato alla Camera a cui si riferisce l’avv. Barbara Pontecorvo riguarda l’adozione del Testo Unificato risalente a novembre 2020 che rappresenta un primo passo verso l’istituzione di un organismo nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani. Questa proposta ha l’obiettivo di realizzare quanto stabilito dalla risoluzione ONU n.48/134.
Oggi c’è l’UNAR
Attualmente esiste l’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) per il contrasto alle discriminazioni, in base al Decreto legislativo 215/2003. Fa parte del Dipartimento per le pari opportunità ed è sotto controllo del governo. Promuove politiche contro le discriminazioni ma la nuova Commissione indipendente da istituire avrà funzioni di tutela e di assistenza nei procedimenti giurisdizionali o amministrativi. Avrà il compito di vigilare sulla parità di trattamento e sull’operatività degli strumenti di tutela, potrà svolgere inchieste e redigerà una relazione annuale sull’effettiva applicazione dei meccanismi di tutela e sulla parità di trattamento.