Articolo 18, la norma dello Statuto dei lavoratori del 1970 che disciplina il reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa o giustificato motivo: è bagarre. Scontro tra governo e sindacati, ma anche tra i sindacati e le imprese, prima ancora che si apra il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro. Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia cerca di sdrammatizzare. Ma il leader della Cgil, Susanna Camusso, replica duramente: “È una norma di civiltà”, mentre il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, si dice ”rammaricata, ma anche dispiaciuta e sorpresa per un linguaggio di un passato del quale non possiamo certo andare orgogliosi. La reazione dei sindacati non la capisco, e mi preoccupa anche molto non sul piano personale, ma per le sue implicazioni per il Paese”.
Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che già in mattinata si era detto contrario a mettere mano all’articolo 18, dice alla Fornero: ”Dopo la manovra, discussa con nessuno, che ha già colpito lavoratori e pensionati si aizza la protesta su una materia che si sa problematica, spinosa. I sindacati chiedono piuttosto di far pagare di più il lavoro precario. Mi dispiace che lei reagisca in questo modo: ad essere preoccupati siamo noi”.
Marcegaglia, invece, concorda con Fornero: “Non ci sono più totem, non ci sono più tabu sull’articolo 18; la riforma del mercato del lavoro va affrontata con molta serietà, pragmatismo e senza ideologia, anche per riportare il Paese a crescere”. Ma Susanna Camusso insiste a difesa dell’articolo 18: ”È una norma di civiltà che impedisce le discriminazioni ed esercita una forma di deterrenza per tutti. Un paese democratico e civile non può rinunciarvi”.
Ma Marcegaglia sottolinea: “Non c’è alcun attacco ai sindacati. Il clima di scontro non aiuta. C’è solo la necessità di modificare un mercato del lavoro che oggi palesemente non funziona, in cui abbiamo una forte rigidità in uscita che non ha eguali in Europa ed un eccesso di flessibilità in entrata che penalizza i giovani e le donne; e abbiamo degli ammortizzatori sociali che vanno rivisti in parte. Uno stato di fatto in cui un’azienda fa fatica ad assumere o assume di meno. Il punto è, comunque, andare alla trattativa senza chiusure preconcette”.
Fornero informa che ”Al tavolo, che potrebbe aprirsi anche prima di gennaio, ci siederemo con grande spirito di collaborazione, con grande atteggiamento costruttivo”. E Marcegaglia aggiunge: ”Ci auguriamo, speriamo e chiediamo che anche il sindacato faccia la stessa cosa”.
Fornero invita, dunque, al dialogo ma “Senza preclusioni. Per quanto mi riguarda io non ho preclusioni, bisogna però che non ne abbiamo altri”.