Mario Monti ottiene la fiducia sulla manovra, ma con sessantuno voti in meno. L’ulteriore riduzione per il voto finale sul provvedimento si ferma a quota 402, ma il presidente Monti non si scoraggia e ricorda subito alla politica le sue responsabilità. ”Se non facciamo tutti il nostro dovere, si mette a rischio l’Italia. Siamo accomunati dalla stessa intrapresa”.
E ripete: “Se tutti facciamo il nostro dovere con senso di responsabilità non ho dubbi che l’Italia si salverà. Perché questo è in gioco: è a rischio il benessere degli italiani. Anche se personalmente, io non sono affatto disperato”. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano richiama tutti alla necessità di ”scelte severe e coraggiose, di fronte al pericolo di un drammatico disastro finanziario”.
”Lo sforzo fatto dal governo e dal parlamento, ha affermato Monti, ci ha aiutato a riflettere meglio”. E intanto difende le norme “Salva Italia” e il lavoro dei partiti, pur nella consapevolezza che lo attende ancora un lungo lavoro. Lui è certissimo che il gioco di squadra è stato condotto bene perché ”un’Italia con i conti pubblici a posto farà sentire con più forza sua voce in Europa e dovrà lavorare con l’obiettivo di preservare la moneta comune, ricostruendo la serenità sui mercati finanziari”.
Il rischio, dunque, è altissimo, soprattutto perché l’Ue è ”carente per quanto riguarda la politica comunitaria di crescita e sviluppo. Io spero che questa sia l’ultima manovra di sacrifici. Dipenderà dal comportamento di tutti noi, dei cittadini in quanto produttori-contribuenti-consumatori, delle imprese, da chi sottoscrive i titoli di Stato, dalla nostra capacità di presentarci uniti e credibili ai mercati”.
Monti ha precisato anche quanto c’è ancora da fare: ”È solo l’inizio della manovra: ci sono le liberalizzazioni, la fiscalità occulta da combattere perché alcuni cittadini gravano con extraprofitti sulla posizione degli altri; il mercato del lavoro da riformare per per favorire l’ingresso di giovani e donne, risorse sprecate”.
Anche Giorgio Napolitano è tornato a lanciare nuovi appelli per combattere la crisi economica e sottolinea che con questo esecutivo l’Italia è sulla strada giusta per salvare l’euro. ”La crisi in Europa è ancora grave, ha detto il presidente della Repubblica parlando alla conferenza degli ambasciatori alla Farnesina, dunque tutti si rimbocchino le maniche: l’allarmante quadro finanziario chiede sacrifici anche ai ceti meno abbienti”.
Dopo l’approvazione della Camera il provvedimento passerà per la seconda lettura al Senato, che dovrebbe licenziare definitivamente il testo senza modifiche entro il 23 dicembre. Molte le modifiche apportate al testo del governo nel passaggio del decreto nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In particolare: le pensioni potranno essere rivalutate al 100% fino a 1.400 euro, arrivano detrazioni per le famiglie numerose sull’Imu sulla prima casa, cambia la tassa sugli “scudati”, scattano mini-patrimoniali sugli immobili e le attività finanziarie all’estero, si frena sulla vendita dei farmaci nelle parafarmacie, e viene introdotto un tetto sugli stipendi dei manager pubblici.
Berlusconi, pur non condividendo tutto della manovra, assicura “sostegno leale” all’esecutivo. Ma non garantisce che Monti arriverà a fine legislatura. Dello stesso parere Pier Luigi Bersani, ma assicura il sostegno del suo partito al governo fino a fine legislatura. Il segretario del Pd, tuttavia, riferisce a Monti il malcontento dei suoi su pensioni e mancate liberalizzazioni e gli chiede che i “sacrifici siano accompagnati da equità e cambiamento”.
Il Terzo polo continua a sostenere il governo. Pier Ferdinando Casini, pur criticando alcune scelte, assicura di essere “pronto a condividere la sorte dell’esecutivo senza alcun distinguo di responsabilità”.