Saltata la norma sulle pensioni, così avrebbe deciso il governo.
Fonti di maggioranza informano che si starebbe valutando la costituzionalità del provvedimento che riguarda il mancato computo ai fini del calcolo dell’anzianità degli anni università e del servizio militare. Dallo stralcio della norma sulle pensioni non è previsto alcun minor gettito per le casse dell’erario, perché l’emendamento non era ancora stato presentato e quindi non rientrava ancora nel testo definitivo della manovra. La norma avrebbe interessato 665.000 persone.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha sollecitato maggioranza e governo a presentare in tempi immediati le varie proposte emendative in modo che la Commissione competente possa averne piena conoscenza e tempi adeguati per il dibattito. La Presidenza comunque conferma di voler garantire i tempi.
Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, in seguito al ritiro da parte della maggioranza delle norme sulle pensioni, così commenta: “Da molto tempo diciamo che maggioranza e Governo non sono in grado di portarci fuori dai pericoli, ma solo di aggravarli. Una conferma inequivocabile viene dal caos di questi giorni, che espone il nostro Paese a rischi davvero seri. A questo punto, il Parlamento prenda in mano la situazione con un’assunzione di responsabilità alla quale, pur dall’opposizione, ci rendiamo disponibili con le nostre proposte. Poi, il governo prenda finalmente atto della sua condizione e passi la mano”.
Il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero: “Non stiamo lavorando sull’Iva. È stata tolta la norma sulle pensioni e si sta cercando una nuova copertura, che non sarà però l’aumento dell’Iva”.
Da fonti di maggioranza si apprende che la perdita del gettito di circa 1,5 miliardi (500 milioni nel 2013 e 1 miliardo nel 2014) derivante dalla saltata norma sulle pensioni verrà compensata da un aumento della lotta all’evasione fiscale, con provvedimenti già allo studio.
Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, sulla decisione di cancellare dalla manovra la norma sulle pensioni: “Il governo è stato costretto a fare marcia indietro sul riscatto degli anni di laurea e di militare e speriamo che questa decisione duri almeno fino a domani. Questo però vuol dire che la mobilitazione e l’attenzione dell’opinione pubblica possono incidere, condizionare e cambiare una manovra che si fa ogni giorno più iniqua, inefficace e ora anche oltremodo confusa”.
“Ci auguriamo però – continua – che non sia già in corso la ricerca di ulteriori forme di persecuzione verso i lavoratori, i giovani e i pensionati e che si prenda atto che è ora di smetterla con manovre che cercano di fare cassa con le pensioni. Per questo si fanno sempre più forti le ragioni dello sciopero generale del 6 settembre contro misure e modalità di governo che stanno affondando l’Italia”.
Cisl e Uil chiedono al Governo di ritirare l’intervento sulle pensioni e le disposizioni sia su tredicesima mensilità e tfr, che rappresentano un inaccettabile accanimento punitivo nei confronti dei lavoratori pubblici, sia sulle finestre pensionistiche per gli addetti della scuola, in considerazione delle peculiarità del settore. Pertanto Cisl e Uil proclamano la mobilitazione generale di lavoratori e pensionati, con il presidio del Senato del primo settembre e con iniziative analoghe di manifestazione e presidio delle Prefetture in tutti territori da realizzare in questa settimana.
Il commento di Bruxelles: ”Nell’analizzare i contenuti della manovra italiana, la Commissione europea dedicherà particolare attenzione alle misure strutturali destinate ad agevolare e sostenere la crescita per verificare che esse rispettino i parametri fissati nelle raccomandazioni rivolte dall’Ue all’Italia lo scorso giugno”.
Manovra: da evasione recupero risorse per mancata norma pensioni
di 1 Settembre 2011 00:00 15 views0