Marcegaglia: ”Manovra depressiva”

di isayblog4 24 views0

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La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: ”Sono preoccupata perché con questa manovra c’è un continuo aumento di tasse e la crescita sarà ancora più bassa”.
”È chiaro che una manovra di questo tipo è certamente depressiva – ha proseguito Marcegaglia – Parliamo sempre con i se, perché vedremo alla fine lunedì, ma se quello che si sente sarà vero pare che la manovra non vada nella direzione giusta. C’è un continuo aumento di tasse, mentre non c’è più la parte sulle pensioni che noi, una parte della maggioranza e moltissimi osservatori consideravano fondamentale per liberare risorse per la crescita. C’è una riduzione dei tagli ai comuni. Man mano che andiamo avanti si riduce la quota dei tagli alla spesa pubblica, si aumenta la quota di tasse e quel poco di tagli alla politica, come per le province, sembra che verrà stralciata. Di fronte a quello che emerge in questi giorni c’è dunque una preoccupazione forte”.

Secondo Marcegaglia: ”Nel decreto c’è molto poco di strutturale e niente per la crescita. Mancano le riforme che ci chiedeva la Bce e non sono state trovate le risorse per la crescita. Nell’ambito di una riforma fiscale complessiva che abbassasse le tasse sul lavoro e sulle imprese, Confindustria era disponibile a ragionare su un aumento dell’Iva e su una tassa sui patrimoni che però in alcuni casi sono gia’ tassati. Per questo bisogna fare attenzione a non tassare più volte la stessa cosa. Con una riforma fiscale che spostasse il peso delle tasse dal lavoro alle cose potevamo essere disponibili, ma qui c’è una gara a chi inventa nuove tasse, non c’è una riduzione da nessuna parte”.
Bersani: ”Io non critico solo il merito di questa manovra ingiusta e recessiva, ma dico anche che non è credibile. Non ci siamo, temo che i mercati e gli osservatori internazionali questo lo abbiano capito. Il rischio più grosso è che, fatta una manovra scombinata, il giorno dopo si sia punto e a capo. L’opposizione ha risposto meglio di tutti alle esigenze giuste poste dal presidente Napolitano, contribuendo a suo tempo alla celere approvazione della prima manovra sulla quale eravamo comunque radicalmente contrari. Oggi ci siamo presentati con una nostra manovra che accetta i saldi e gli accordi fatti da Tremonti nella Ue anche se non li abbiamo condivisi. Cosa ci si può chiedere di più? È ora che paghi chi non ha mai pagato. Non devono pagare sempre i soliti, la gente comune. Su questo non si discute. Se ci vengono a dire che non è possibile far pagare le tasse, che non si può chiedere un contributo ai condonati, allora facciano da sé e noi ci mettiamo di traverso. Sull’eliminazione dell’art. 8 della manovra, quello relativo ai licenziamenti, Tremonti si non si è chiuso, mi è sembrato abbastanza aperto”.
Il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi: ”Serve snellire la macchina pubblica del nostro Paese: via piccoli comuni, province, e metà delle regioni. Serve a risparmiare ma anche a decidere, programmare, governare. O troviamo questo coraggio o del tormentone sui costi della politica resterà il moralismo sui ristoranti dei senatori e i barbieri dei deputati”.

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