Tra i temi da risolvere il mercato del lavoro e il welfare. Il sindacato avanza sei controproposte
La Cgil ha chiarito le condizioni per restare al tavolo e ha avanzato sei proposte: la lotta all’evasione, l’introduzione di imposte su grandi ricchezze e grandi immobili, l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, il rialzo della tassa di successione, il lavoro. Il governo, con il ministro Maurizio Sacconi, ha proposto alle parti sociali la ripresa del dialogo partendo da un’intesa sulla bozza del disegno di legge delega sullo Statuto dei Lavori, che riforma lo Statuto dei Lavoratori. L’argomento è stato ripreso da Silvio Berlusconi nel suo discorso alle Camere.
Ma la Cgil ha giudicato l’iniziativa una “provocazione” mirata a dividere le parti. Il governo, da parte sua, nel primo summit a Palazzo Chigi, ha presentato il documento in 8 punti con riferimento alla modernizzazione delle relazioni industriali e del mercato del lavoro, già riproposto come strumento anticrisi da Giulio Tremonti. Le parti sociali si dicono d’accordo a portare innovazioni su questo campo, ma i sindacati rifiutano compatti l’intervento del legislatore, convinti che la materia sia competenza delle parti stesse. In particolare, la Cgil è preoccupata per la possibile riproposizione dello Statuto dei Lavori, temendo l’introduzione della flessibilità in uscita.
Il sindacato di Corso d’Italia teme che questa proposta metterebbe in pericolo il futuro dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ovvero il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa. I sindacati non vedono di buon’occhio i possibili interventi del governo sul campo previdenziale che riguardano il blocco delle pensioni di anzianità e l’anticipo delle norme di allungamento dell’età pensionabile per le donne, anche se Sacconi ha spiegato che esclude interventi sulla previdenza. La Cisl, comunque, ha già messo le mani avanti. Il segretario generale ha precisato che “sulle pensioni si sono già fatte tutte le operazioni possibili”. Condizioni che però lo Spi Cgil ha definito misure “inaccettabili”.
Bossi: ”Le pensioni dei lavoratori non si toccano”.
Bersani, dal canto suo, giudica ”sconcertanti alcune anticipazioni della manovra”, specie quelle che per le donne ipotizzano un aumento dell’età pensionabile. E avverte: ”Se pensano di farla pagare alla povera gente dovranno vedersela con noi”. Nel Pdl si fanno le stesse osservazioni: non è piaciuto che Tremonti, in pieno caos finanziario, sia andato a Gemonio, dove abita Bossi e dove, insieme a Calderoli, a Rosy Mauro e a Renzo Bossi, figlio del Senatur, si sia discusso di una manovra che nessun altro ancora conosce, ragionando su quali ceti salvare e quali interessi colpire. Bossi ha le idee chiare: ”Finché c’è la Lega le pensioni dei lavoratori non si toccano”.
Per reazione Alfano ha convocato per stasera il vertice del partito. Ci saranno tutti quelli che contano, compreso naturalmente Tremonti. Se non dovesse presentarsi, il Pdl lo riterrebbe uno sgarbo. Gasparri osserva che ”in ogni caso sulla manovra, come partito di maggioranza relativa, abbiamo il diritto e il dovere di dire la nostra, e l’incontro servirà per questo”.
Oggi nuovo incontro governo parti sociali
di 10 Agosto 2011 11:26 14 views0