Il Quirinale restituirà al Ministero dell’Economia e delle Finanze 15 milioni nel triennio 2011-2013.
Mentre continua il dibattito sul taglio ai costi della politica, il Presidente della Repubblica comunica al ministero dell’Economia i propri risparmi: riduce le spese del Quirinale e restituisce allo Stato 15 milioni di euro nel triennio 2011-2013. E rinuncia all’adeguamento automatico all’indice dei prezzi del proprio assegno di presidente della Repubblica da ora a fine mandato.
Napolitano, quindi, in prima persona, dispone il blocco ”dell’adeguamento all’indice dei prezzi al consumo” del suo stipendio da quest’anno e fino alla scadenza del suo mandato. L’assegno del presidente determinato, ai sensi dell’art.84 della Costituzione, da una legge dello Stato, resterà di 239.181 euro l’anno lordi (136.397,81 euro al netto delle ritenute fiscali). Questo è l’unico emolumento del capo dello Stato. Infatti gli è stata sospesa l’erogazione dell’indennità di senatore a vita e l’erogazione del vitalizio maturato in oltre 38 anni di attività parlamentare.
I risparmi, si legge in una nota pubblicata sul sito del Quirinale, sono effetto dei decreti, firmati dallo stesso capo dello Stato, per l’applicazione del contributo di solidarietà sulle pensioni e per la riforma delle pensioni di anzianità.
Così si completa l’attuazione delle misure previste dalle manovre 2010 e 2011 per la riduzione del 5 e del 10% delle retribuzioni e delle pensioni per la parte eccedente 90.000 e 150.000 euro, per il blocco delle progressioni automatiche e per la riduzione delle spese per beni e servizi. I risparmi che conseguono a questi provvedimenti, si aggiungono a quelli già realizzati dal Capo dello Stato tra il 2006 e il 2011: 56.316.000 euro in tutto. È questo il risultato delle misure adottate in autonomia dal Quirinale: dal blocco del turnover alla riduzione dei compensi per il personale comandato e distaccato e di numerose indennità, alla riduzione delle ferie, all’aumento dell’orario di lavoro e alla riorganizzazione amministrativa.
Grazie a questi tagli, ma anche agli aumenti di produttività, fino al 2013 la dotazione della presidenza della Repubblica che è a carico del bilancio dello Stato, sarà bloccata al valore nominale del 2008, ”a fronte di una inflazione che da allora ha già raggiunto il 6,6% sulla base dell’indice dei prezzi al consumo”.
Commenta il leader Idv Antonio Di Pietro: ”Quello di Napolitano è un segnale importante per il Paese e un monito per il Parlamento”.
I costi della politica, l’esempio di Napolitano
di 31 Luglio 2011 00:00 17 views0