Scontro aperto tra il Presidente della Repubblica Napolitano e Umberto Bossi Lega Nord sul decentramento dei ministeri.
Bossi è più che mai determinato a non mollare la bandiera delle sedi decentrate dei dicasteri. Gianfranco Fini ritiene la posizione di Bossi come “una partita tutta diversa” che il leader leghista starebbe giocando per conto suo, dal momento che si è dimostrato “sprezzante” nei confronti dei rilievi di Napolitano e anche dopo “il doveroso invito di Berlusconi ai ministri” a tenerne conto. Nella lunga lettera inviata a Berlusconi da Napolitano, resa pubblica ieri, il Capo dello Stato esprime dubbi sulla costituzionalità di un provvedimento “non avente connotati di particolare rilievo istituzionale”.
Il presidente della Repubblica: ”Questa scelta non sarebbe compatibile con l’articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, sede peraltro del governo della Repubblica. Ed è inimmaginabile pensare a una ‘capitale diffusa’ o ‘reticolare’ disseminata sul territorio nazionale, venendo meno, appunto, alla natura di Capitale di Roma”. L’attenzione di Napolitano è anche sull’impiego di risorse pubbliche, vista “l’attuale situazione economico-finanziaria”: “L’apertura di sedi di mera rappresentanza – dice nella lettera – costituisce scelta organizzativa da valutarsi in una logica costi-benefici che, in ogni caso, dovrebbe improntarsi, appunto, al più rigido contenimento delle spese e alla massima efficienza funzionale”.
Oltretutto, fa notare il Capo dello Stato, l’inaugurazione è stata fatta “senza nemmeno che vi fosse un decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale”. Tutti ‘appunti’ respinti al mittente dal leader della Lega, che però ha cercato di gettare acqua sul fuoco dello scontro istituzionale, dicendo che la Lega “tiene conto dei rilievi del Capo dello Stato”. Perché Umberto Bossi, lasciando Montecitorio, ribadisce anche che la volontà è quella di “spostare i ministeri come si fa negli altri Paesi europei, anche perché “la Costituzione non parla di dove devono stare”. Un po’ ironico e molto provocatorio il saluto di Bossi ai cronisti annunciando il suo rientro “a casa, nella Capitale, a Milano…”.
In sintesi all’atteggiamento duro, puntuale e articolato del Presidente della Repubblica nella lettera inviata a Berlusconi (che in sostanza definisce l’azione come incostituzionale), La Lega risponde con un atteggiamento altrettanto duro e forte: Umberto Bossi dice chiaramente che i ministeri appena inaugurati al Nord rimangono là e non si toccano. In serata Bossi cerca di minimizzare la tensione con Napolitano, assicurando che non si “romperanno” i buoni rapporti avuti fino ad ora con il Capo dello Stato.
Peraltro la sua pesante presa di posizione è anche uno schiaffo a Berlusconi, che in apertura del Consiglio dei ministri aveva invece chiesto a tutti di “tenere in debito conto le osservazioni” del Quirinale.
Bossi sfida Napolitano: Ministeri Nord rimangono lì
di 29 Luglio 2011 00:00 16 views0