La manovra è ormai legge, in vigore da oggi le norme modificate

di isayblog4 21 views0

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La manovra economica è stata pubblica in Gazzetta Ufficiale. Entrano così in vigore da oggi le norme modificate.
Scattano da subito i rincari del bollo sul deposito titoli, il superbollo per le auto di lusso sopra i 225 kw, la stretta sulle stock option, l’aumento dell’Irap sulle concessionarie dello Stato e l’applicazione dei nuovi ticket sanitari: i cittadini dovranno pagare 10 euro sulle visite specialistiche e la diagnostica e 25 euro per i codici bianchi al Pronto soccorso.

Ogni Regione ha reagito in modo diverso: in sette Regioni il ticket entrerà a regime da lunedì; in altre, invece, resterà congelato in attesa di ulteriori valutazioni dei tecnici, 4 Regioni hanno detto seccamente no. Molte parlano di un ‘nuovo balzello’ a danno delle fasce più deboli della popolazione.
In assenza di misure alternative i ticket saranno inevitabili: dell’iniziale copertura di 486,5 mln di euro prevista fino al 31 dicembre 2011 proprio per evitare la nuova ‘tassa‘, la manovra garantisce solo una quota ‘residua’ di 105 mln, sufficienti a ‘coprire’ il mancato pagamento dei ticket presumibilmente non oltre il mese di luglio. Saranno comunque garantite le esenzioni ai ticket per le fasce sociali economicamente più deboli: bambini, disoccupati, pensionati sociali e al minimo, invalidi e malati cronici e portatori di patologie rare.
Il responsabile economico del Pd Stefano Fassina così commenta: “Il Governo e la maggioranza PdL-Lega hanno vilmente scaricato sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie a reddito basso e medio una manovra con un impatto regressivo senza precedenti. Hanno vilmente scaricato su Regioni, Province e Comuni il compito di tagliare servizi essenziali ai cittadini o aumentare le tasse”.
”Mi appello a tutte le forze sociali ed economiche affinché si mobilitino per correggere il segno regressivo della manovra, un segno che la renderà ancora più deflattiva e meno efficace ai fini della riduzione del debito. Hanno vilmente scaricato – continua Fassina – sul prossimo governo l’onere di aumentare l’Irpef ai soliti noti. Il ministro Tremonti è arrivato a programmare anche il taglio della deducibilità dei contributi sociali versati all’Inps. In altri termini, propone di tassare due volte lo stesso reddito. Il Governo Berlusconi-Bossi-Tremonti costa all’Italia ogni giorno di più”.
Di Pietro a sua volta: “Noi l’abbiamo detto e proposto: eliminate le Province, abolite i rimborsi elettorali, togliete le auto blu, dimezzate i parlamentari, levate i vitalizi. Bloccate le consulenze, togliete 25mila cda nelle partecipate dagli enti locali, chiudete le rappresentanze delle Regioni all’estero, fate pagare gli evasori fiscali. Hanno scelto un’altra strada, quella di togliere ai cittadini e salvare la Casta”.
”ItaliaFutura”, l’associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, commenta così la manovra approvata dalla Camera: “Se l’Italia è il Titanic chi ha contribuito metterla sulla rotta degli iceberg della speculazione internazionale si astenga dal fare prediche e incominci ad assumersi delle responsabilità, quanto meno per aver raccontato al Paese che eravamo usciti prima e meglio degli altri dalla crisi. Tremonti sa bene poi che i passeggeri di prima classe (i politici) hanno già occupato tutte le scialuppe disponibili”.
“Avevamo definito la manovra ‘minimo sindacale’ peccando evidentemente di ottimismo. Strada facendo il provvedimento è cresciuto nell’ammontare e peggiorato nella qualità degli interventi. Il provvedimento messo a punto dal governo è insomma un ‘taglia e cuci’ che inasprisce la pressione fiscale e fa poco sul lato della riduzione delle spese improduttive, tradendo, nel complesso, una completa mancanza di prospettiva sul futuro del Paese. “Purtroppo, questo “è il massimo” che l’attuale classe politica poteva partorire e per questo è almeno positivo che sia stato varato subito. Non c’erano alternative e dobbiamo ingollare l’amaro calice senza fiatare. L’impatto della manovra colpirà famiglie e ceto medio mentre la politica, ancora una volta, rimanda ogni sacrificio a future legislature e improbabili commissioni sui costi della politica”.

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