Silvio Berlusconi: “Nell’ambito della cosiddetta manovra è stata approvata una norma per evitare attraverso il rilascio di una fideiussione bancaria il pagamento di enormi somme a seguito di sentenze non ancora definitive, senza alcuna garanzia sulla restituzione in caso di modifica della sentenza nel grado successivo. Si tratta di una norma non solo giusta ma doverosa specie in un momento di crisi dove una sentenza sbagliata può creare gravissimi problemi alle imprese e ai cittadini”.
E prosegue: “Le opposizioni hanno promosso una nuova crociata contro questa norma pensando che, tra migliaia di potenziali destinatari, si potrebbe applicare anche a una società del mio gruppo. Si è prospettato infatti che tale norma avrebbe trovato applicazione nella vertenza CIR – FININVEST dando così per scontato che la Corte di Appello di Milano effettivamente condannerà la Fininvest al pagamento di una somma addirittura superiore al valore di borsa delle quote di Mondadori possedute dalla Fininvest. Conoscendo la vicenda ritengo di poter escludere che ciò possa accadere e anzi sono certo che la Corte d’Appello di Milano non potrà che annullare una sentenza di primo grado assolutamente infondata e profondamente ingiusta. Il contrario costituirebbe un’assurda e incredibile negazione di principi giuridici fondamentali. Per sgombrare il campo da ogni polemica ho dato disposizione che questa norma giusta e doverosa sia ritirata. Spero non accada che i lavoratori di qualche impresa, in crisi perché colpita da una sentenza provvisoria esecutiva, si debbano ricordare di questa vergognosa montatura”.
Fini: “Il mio giudizio non è molto dissimile da quanto espresso circa la totale inopportunità di inserire nella Manovra la norma che oggi si dice essere stata ritirata. Parto da un elemento indiscutibile: la competenza della deliberazione e della emanazione dei decreti legge è assegnata dalla Costituzione esclusivamente al governo ed al presidente della Repubblica ciascuno secondo le proprie prerogative. I capigruppo sanno che il rappresentante del governo aveva annunciato dietro esplicita domanda che la manovra sarà presentata in prima istanza al Senato, dove dovrà essere valutata in tutti i propri aspetti. Alla luce di ciò non sussiste alcuna ragione di intervento da parte del presidente della Camera. E ciò a prescindere dal giudizio politico in materia che al riguardo non è molto dissimile da quanto espresso circa la totale inopportunità di inserire nella Manovra la norma che oggi si dice essere stata ritirata”.
Il vicepresidente del Csm Michele Vietti: ”La norma cosiddetta ‘salva-Fininvest’ contenuta nella manovra economica approvata dal governo potrebbe avere l’effetto di “violare il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non entro nel dettaglio di una norma non ancora presentata in Parlamento, ma voglio solo rilevare che il principio dell’esecutività delle sentenze di secondo grado è un principio generale che vigeva già prima che diventassero provvisoriamente esecutive le sentenze di primo grado. Modificare questo principio significherebbe rischiare di stravolgere il sistema giudiziario e credo che convenga non farlo per non violare il principio di eguaglianza fra i cittadini di fronte alla legge”.
Manovra news, Berlusconi ritira la norma sul lodo Mondadori
di 6 Luglio 2011 00:00 18 views1
Adduso 7 Luglio 2011 il 10:41
SI STA ”tutti” SBAGLIANDO. A prescindere da quel totem di berlusca, questa norma, se applicata a tutti i cittadini senza preordinati limiti d’importo, avrebbe una civile quanto popolare verità di fondo a tutela delle persone comuni che si trovano stritolati da noti sistemi dai connotati ‘’associativi’’ fatti di magistrati, avvocati, consulenti, società di cessione e recupero crediti, ecc., che risaputamente serpeggiano nei nostri tribunali distrettuali, con cui si isolano singoli, soprattutto se benestanti oppure piccoli e medi artigiani, commercianti e imprenditori, ecc. che vengono risucchiati dentro un tritacarne giudiziario che li porta spesso al fallimento e quindi all’esproprio dei propri beni e pertanto all’annichilimento della propria esistenza sia personale che spesso pure familiare, così molti addirittura finiscono alla caritas o sotto i ponti, per poi a distanza di anni, quando è sostanzialmente troppo tardi, rivedersi abilitati da una sentenza di Cassazione, la quale ultima non mi risulta a vero, come sostengono alcuni propagandisti politici, che non entra nel merito (caso mai il problema è trovare i molti soldi per il ricorso) in quanto persino la stessa procedura di ricorso alla S.C. prevedendo una eventuale inammissibilità richiede la ricostruzione analitica e dettagliata dei fatti sulla scorta dei documenti già prodotti o se sopravvenuti dopo la sentenza di secondo grado.