Letta, numero due del Pd: ”L’appello al dialogo del Presidente del Consiglio pare privo di qualunque credibilità. E d’altra parte lo scontro tra il sottosegretario Crosetto e il ministro Tremonti è la dimostrazione che la maggioranza non ha più la coesione necessaria per andare avanti. L’incompatibilità tra Berlusconi e Tremonti è sempre più evidente. Esistono due governi. Il governo Berlusconi e il governo Tremonti che fino ad ora hanno coesistito, ma che da giovedì in poi non saranno più in grado di farlo”.
”Berlusconi ha lanciato al Pd un appello di collaborazione – continua Letta – Ma fra qualche giorno arriverà la manovra triennale: in quel caso la firma sarà di Tremonti, non di Berlusconi. Giovedì capiremo se il governo avrà recepito il richiamo giunto dall’Europa. I mercati ci guardano con apprensione e anche noi li guardiamo con lo stesso sentimento, per capirne le reazioni.
Sulla mega-manovra suggerisco di evitare il loro solito metodo, che funziona così: dal Consiglio dei ministri si esce senza approvare un testo scritto. Il testo vero si cucina nei giorni successivi e finalmente, una decina di giorni più tardi, sulla Gazzetta Ufficiale si scopre la vera manovra, diversa da quella annunciata, scritta in modo oscuro, che puntualmente costringe ad un lavoro di faticosa ricerca del significato e dell’entità di alcune misure”.
”Sul taglio ai costi della partitocrazia – chiosa Letta – il Pd si è mosso da tempo e le nostre proposte già oggi sono “competitive”: sull’esempio che ci viene dal Consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Bersani ha messo a punto un progetto dentro il quale è previsto il superamento del vitalizio per i parlamentari. Intanto vediamo se il governo è in grado di mettere in campo una strategia per il rilancio dell’Italia. Noi abbiamo presentato una sfilza di proposte, in particolare sul rilancio delle infrastrutture, a costo zero. Per quanto attiene lo stimolo alla crescita, abbiamo proposte chiare sul fisco, sul necessario spostamento di pesi da chi lavora e produce alle rendite”.