È la domanda che i giovani imprenditori si pongono pensando al futuro. Enormi, infatti, sono le difficoltà che impediscono alle giovani leve dell’edilizia e di tutti gli altri settori economici di lavorare in Italia.
È proprio il caso di domandarsi che senso ha resistere in un ambiente ostile al merito, impermeabile alla proposta, indifferente ai problemi dei cittadini, se sia davvero questo il Paese in cui svolgere il loro lavoro, progettare il loro futuro, battersi perché realizzi. Così il presidente dei Giovani imprenditori Ance Alfredo Letizia, di fronte a una gremita di giovani imprenditori, ha aperto il XII Convegno nazionale, che si è tenuto di recente a Roma. Convegno che provocatoriamente sintetizza nel titolo ”Vado o resto?” Hanno preso parte ai lavori autorevoli rappresentanti dell’imprenditoria, dell’economia, dell’università, del mondo politico.
Nel suo intervento introduttivo il presidente dei Giovani costruttori ha denunciato le principali criticità che rendono oggi insostenibile la situazione della giovane imprenditoria italiana e che portano molti dei suoi migliori esponenti a lavorare all’estero. Basti pensare che nei primi 10 mesi del 2010 si sono trasferiti oltreconfine 65.000 giovani con meno di 30 anni. Un dato emblematico, che, come ha sottolineato il presidente dei Giovani imprenditori, dovrebbe allarmare e che invece, incredibilmente, lascia indifferenti Governo e Parlamento.
Numerose, infatti, le criticità ricordate che affliggono il nostro Paese e che provocano di fatto questa situazione: dallo scarso spazio al merito all’alto tasso di disoccupazione giovanile (29%); dal progressivo calo del numero dei laureati ai ritardi nell’innovazione; dalle difficoltà nel mercato del lavoro ai freni alla concorrenza; dalla burocrazia esasperante fino alla scarsa spesa per le infrastrutture. Tutti problemi che richiedono da parte del Governo risposte urgenti e immediate, in assenza delle quali si chiuderebbe a priori ogni prospettiva di crescita e di futuro per i nostri giovani. Necessaria pertanto – ha detto il presidente dei Giovani Ance – una forte e credibile inversione in termini di snellimenti procedurali, efficienza e velocità del sistema giudiziario. Va inoltre promossa la concorrenza mediante un quadro normativo stabile e organico. Improrogabili l’avvio di un nuovo patto tra fisco e imprese e il varo di misure che diano spazio al merito, all’istruzione e all’innovazione e che determinino un rinnovato rapporto pubblico-privato.
Politica economica, giovani imprenditori edilizia: ”Vado o resto?”
di 30 Maggio 2011 00:03 22 views0