Dl Sviluppo e spiagge

di isayblog4 35 views0

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Dalla Sardegna alla Puglia, dalla Toscana alla Sicilia il coro dei sindaci ”obiettori di coscienza” che hanno firmato l’appello di Legambiente per la difesa delle coste dal cemento. Villasimius, Maratea, Capalbio e le più note località turistiche italiane dicono no alla svendita delle spiagge ai privati.

Sono i sindaci di Capalbio, Maratea, Villasimius, Senigallia, Noto, Otranto, Ostuni, Pollica, Favignana, Isola Capo Rizzuto e Posada i primi firmatari dell’appello lanciato da Legambiente per impedire la ”svendita” del litorale prevista dall’articolo 3 del Dl sviluppo. Un decreto grazie al quale si profila la concessione delle spiagge per un tempo lunghissimo, consentendo anche di aggirare le normative di tutela per legalizzare le costruzioni abusive e aprendo le porte a nuove edificazioni nella fascia dei 300 metri dalla battigia.

A schierarsi per un turismo di qualità, contro le speculazioni edilizie costiere e per il libero accesso alle spiagge sono stati dunque i sindaci: Caterina Girasole di Isola Capo Rizzuto (Kr), Corrado Valvo di Noto (Sr), Mario Di Trani di Maratea (Pz), Luciano Cariddi di Otranto (Le), Domenico Tanzarella di Ostuni (Br), Stefano Pisani di Pollica (Sa), Salvatore Sanna di Villasimius (Ca), Roberto Tola di Posada (Nu), Lucio Antinoro di Favignana (Tp), Luigi Bellumori di Capalbio (Gr). Maurizio Mangialardi di Senigallia (An) e in rappresentanza delle aree marine protette, il presidente Federparchi Gianpiero Sammuri.

”Le località costiere che hanno puntato sulla qualità respingono al mittente il decreto del Governo – ha dichiarato Sebastiano Venneri, vicepresidente di Legambiente. È la prova che quel provvedimento non fa bene al turismo e uccide il paesaggio. I sindaci che hanno firmato il nostro appello rappresentano, peraltro, alcuni dei comprensori turistici più importanti del Paese, con numeri di arrivi e presenze significativi. È la prova, quindi, che il turismo in Italia non ha bisogno di ulteriore cementificazione e deregulation, quanto piuttosto di qualità e tutela dell’ambiente”.

Per dire no alla svendita delle spiagge Legambiente invita gli amministratori costieri a divenire ”obiettori di coscienza”, firmando l’appello sul proprio sito www.legambiente.it.

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