Le difficoltà che emergono in capo ai vertici dell’Oua, l’organismo di rappresentanza politica unitaria dell’avvocatura, ormai sono insuperabili.
La questione mediazione civile e commerciale è un nodo che si fa sempre più stretto. La posta in gioco per la ”casta” è alta e lìopinione pubblica è contro di loro – dice La tendenza di quanto scritto nelle ultime ore, contro la mediazione civile, è preoccupante. Stiamo al limite della sovversione. ”L’Oua, 150 Ordini forensi, la quasi totalità delle Associazioni (Camere Civili, AIGA, ANF, AIAF ed altre sigle forensi) hanno fortemente criticato il decreto n. 28/2010”. La verità è che la maggior parte dei 150 ordini provinciali degli avvocati, Consiglio Nazionale Forense compreso, sono iscritti sia nel registro degli organismi pubblici di conciliazione che come enti formativi a gestione diretta o indiretta, svolgendo di fatto attività “commerciale” come gli enti privati.
I vertici dell’O.U.A. si assolvano da soli non tengono conto del giudizio nè dei cittadini nè dei 27 altri ordini professionali che hanno fatto sentire il loro coro di entusiasmo all’arrivo del neo istituto giuiridico. Quasi tutti favorevoli alla mediazione civile. Infatti, non a caso le notizie migliori vengono da questi ordini professionali, che si stanno costituendo in organismi di conciliazione, che per materia potranno
essere risolte controversie grazie alla professionalità e alla competenza degli iscritti. Il continuo stillicidio di false notizie – dice Pecoraro – ha il solo scopo di voler salvaguardare i privilegi dei grossi studi legali a svantaggio dell’intera avvocatura, stanno provando di tutto ma non tengono conto del fatto che finalmente è stata messa in campo una riforma che complessivamente tiene conto della volontà sovrana dei cittadini.
Questi pochi appartenenti alla ”casta” che dice di essere compatta ed unitaria è smentita dai fatti. I vertici dell’O.U.A, sono stati infatti, abbandonati, dal Parlamento, dal Governo dal Ministro per la loro politica, perché rendono offesa oltre che alle istituzioni, alla volontà dei cittadini e non hanno capito che così facendo si accusano. Se, è come si mormora, anzi si dice, – continua Pecoraro – l’O.U.A. non rappresenta nessuno o forse, al massimo i grossi studi di avvocati. Questo contrasto sulla mediazione becero ed urlato, da parte di pochi, non fa bene all’avvocatura, questo modo di fare è un deterrente invecchiato ed inutile contro il nuovo che avanza.
Se, guardiamo la situazione finanziaria del paese si nota che stiamo attraversando il momento più difficile di crisi e gli studi professionali sono quelli che ne risentono di più in particolare quelli degli avvocati. Questa crisi, che viene ancor prima dell’entrata in vigore della legge 28/2010, per gli alti costi di
giustizia e la lentezza dei processi hanno indotto i cittadini a disertare gli studi professionali, con la mediazione civile obbligatoria se non altro gli avvocati e i mediatori professionali percepiranno pure un compenso inferiore certo, ma almeno, hanno un’opportunità in più di lavorare.
Ufficio stampa dalla redazione
R.D.
A.N.P.A.R. (Associazione Nazionale per l’Arbitrato & la Conciliazione)
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