Il Decreto Legge sullo Sviluppo rappresenta la negazione dei principi di tutela posti a base di interessi collettivi e a salvaguardia di beni comuni quale l’ambiente
La deregolamentazione in materia edilizia attraverso l’uso generalizzato dello strumento del silenzio-assenso anche per tutte le nuove costruzioni, le misure di premialità previste per interventi di ricostruzione anche attraverso la delocalizzazione delle volumetrie, la sostituzione della DIA con la SCIA nonché l’introduzione del diritto di superficie per le spiagge italiane, che in pratica finirebbe per consentire una sorta di privatizzazione dei beni demaniali, ad uso e consumo di chi intende speculare su di essi, sono previsioni che chiaramente contrastano con l’art. 9 Cost., che prevede che la Repubblica tuteli il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione, ma denotano altresì un uso distorto dello strumento del decreto legge nella misura in cui, contrariamente alle disposizioni di cui alla L. 400 / 1988, riguardano materie tra loro evidentemente eterogenee.
Per questi motivi, Italia Nostra proporrà un appello al Presidente Giorgio Napolitano, affinché lo stesso valuti la legittimità dell’uso della decretazione d’urgenza e la costituzionalità degli stessi contenuti del decreto legge; chiederà inoltre un incontro con i Presidenti di Camera e Senato – On. Gianfranco Fini e On. Renato Schifani – al fine di rappresentare loro le gravi ragioni di censura del Decreto Sviluppo ed i motivi che impongono di non convertire in legge il provvedimento del Governo.
Italia Nostra è convinta che il superamento della crisi economica ed il rilancio del Paese non possano avvenire mediante deroghe alle norme poste a tutela di interessi costituzionalmente garantiti, bensì attraverso il passaggio condiviso a regole nuove e certe che muovano dai principi di tutela dei beni e degli interessi comuni.
Alessandra Mottola Molfino
(Presidente Italia Nostra Onlus)